il manifesto 9.10.16
Clinton e le relazioni pericolose con Wall street, Wikileaks pubblica i messaggi che scottano
Email-gate. Resa nota la corrispondenza di John Podesta, capo della campagna elettorale della candidata democratica
di Marina Catucci
NEW
YORK Dopo pochissime ore dalla pubblicazione del video da parte del
Washington Post, dove si vede il candidato repubblicano Donald Trump
fare battute sessiste e volgari con il presentatore Bill Bush, WikiLeaks
ha reso pubbliche, come aveva annunciato nei giorni precedenti, in
occasione del decennale dell’organizzazione, 2.050 email e 170.000
allegati hackerati dall’account personale del chairman della campagna
elettorale di Hillary Clinton, lo spin doctor John Podesta,
Alcune
delle lettere pubblicate riguardano la Turchia, il suo ruolo nella
lotta contro Daesh, i suoi interessi nel conflitto siriano. «La Turchia
vuole imporre una no-fly zone nel nord della Siria per proteggere i
rifugiati e per arrestare il loro flusso verso la Turchia – si legge in
una delle mail ai rappresentanti del Consiglio di Difesa Usa – ma questo
può avvenire solo con la presenza di forze di terra».
La lettera
sottolinea inoltre che l’Iran potrebbe diventare un «tema catalizzatore»
per la Turchia e gli Stati Uniti e che la Russia e il presidente Bashar
al-Assad potrebbero essere visti come una minaccia alla sicurezza di
entrambi i Paesi.
Queste 2.050 email rilasciate sono una prima
parte di un contenuto che ne comprende oltre 5000, e la parte più
delicata, ai fini elettorali, riguarda principalmente i rapporti tra
Wall Street e Hillary Clinton, in special modo come gestire i media a
proposito delle donazioni alla Fondazione Clinton da parte di
finanziatori legati all’attività mineraria e all’energia nucleare. Ma
non solo. Ci sono i contenuti di alcune conferenze tenute a porte chiuse
e pagate centinaia di migliaia di dollari che Clinton ha tenuto a Wall
Street, e di cui il socialista Sanders le ha sempre chiesto, invano, di
mostrare le trascrizioni.
In uno degli estratti, Clinton dice ai
banchieri di essere loro i meglio posizionati per aiutare a riformare il
settore finanziario negli Stati Uniti. Ha anche detto di sentirsi
«lontana dalla classe media» e di aver favorito i trattati a favore del
«libero scambio e l’apertura economica delle frontiere», contro i quali
Trump si è sempre scagliato.
Tra gli estratti emergono commenti
pronunciati a un evento promosso da Goldman Sachs nell’ottobre 2013, in
quell’occasione Clinton aveva parlato della necessità di consultare Wall
Street riguardo la riforma finanziaria.
Sempre nel 2013 aveva
parlato del suo «sogno» di un mercato comune. «Il mio sogno è un mercato
comune, con il commercio aperto e l’apertura commerciale delle
frontiere, un futuro con l’energia che sia il più verde e sostenibile
possibile, alimentando così crescita e opportunità per ogni persona
nell’emisfero».
Non è la prima volta che Wikileaks viola la mail
della candidata democratica. Clinton era entrata nel mirino del gruppo
guidato da Julian Assange lo scorso marzo, quando furono messe in rete
oltre 30mila email spedite dall’allora segretario di Stato.
All’email-gate aveva fatto seguito ad agosto una nuova pubblicazione di
altri 15.000 messaggi di posta.
I nuovi messaggi pubblicati risalgono ad anni fa, ma sono presenti anche alcuni del mese scorso.
Lo
staff della campagna di Clinton per ora smentisce la veridicità delle
email e accusa la Russia. John Podestà stesso tramite il suo account
Twitter si è riferito all’episodio come all’opera di un hacker russo,
suggerendo come alcuni dei documenti possano essere stati alterati.
«Non
sono contento di essere stato hackerato dai russi nel loro tentativo di
favorire l’elezione di Donald Trump – ha twittato Podestá – Non ho ora
il tempo di capire quali documenti siano reali e quali falsi».