il manifesto 8.10.16
Pasquino: «Ero pronto a smascherare l’aria fritta»
Intervista. Il politologo, accademico dei Lincei, scaricato dal duello radiofonico con il premier sulla riforma costituzionale
di Rachele Gonnelli
Il
 premier ha fatto al contrario della «bruna Mancini» «che disse no al 
mattino e la sera disse sì» (atto V , Cyrano de Bergerac). Renzi invece 
giovedì avrebbe dovuto duettare alla radio con Gianfranco Pasquino, 
professore emerito di scienza della politica e accademico dei Lincei. 
«ore 17 Rai m’invita a RadioAnch’io con Renzi. Ore 19.40 Rai mi comunica
 che premier vuole stare solo senza dibattito», resoconta lo stesso 
Pasquino sulla sua pagina Facebook.
Professore, cosa è successo? Il faccia a faccia in tv con Zagrebelsky pare l’avesse vinto Renzi…Lei fa così paura?
Cosa
 sia successo non lo so. Di certo io non vado a vedere le virgole, 
guardo l’impatto della riforma sul sistema politico italiano. Renzi mi 
conosce ma soprattutto è il suo team che mi conosce bene e lo avrà 
sconsigliato. In particolare il sindaco di Firenze Nardella sa le mie 
argomentazioni, così come Debora Serracchiani. Non litigo, non alzo mai 
la voce, non mi piacciono proprio quelli che alzano la voce a coprire 
gli argomenti degli altri, ora poi, con l’età sono diventato molto 
saggio.
Quindi si era preparato per dibattere con Renzi e invece, niente. È così?
Ero
 contento di questo dibattito. So cosa si deve chiedere in materia di 
riforme costituzionali e lui ha solitamente risposte fatte d’aria. 
Continua a sostenere che con le sue riforme ci sarà un miglioramento 
della politica e persino della vita dei cittadini, cosa che io sono 
pronto a contestare in pieno. Per lui queste riforme fanno solo parte di
 un gioco, servono a poter dire: «visto? ho fatto le riforme», ma è una 
narrazione tutta sbagliata.
Renzi accusa i professori come lei del
 fronte del No di essere conservatori. Dice: «vedete, io faccio 
finalmente un cambiamento che nessuno è riuscito a fare». Giusto?
Dice
 un sacco di fandonie. È stato riformato il Titolo V della Costituzione,
 nel 2001. Si può pensare che si tratti di una riforma costituzionale 
brutta ma è stata fatta e voluta dal Pd. Berlusconi nel 2005 fece la sua
 riforma, la sottopose a referendum e fu bocciata. Altra riforma è stata
 la legge sui sindaci, lì al Senato ci fu una grande battaglia alla 
quale mi vanto di aver contribuito, anche perché il testo finale 
ripercorre in grandi linee ciò che avevo proposto. In effetti è l’unica 
riforma che è stata fatta bene, devo dirlo.
E invece già si parla di emendare l’Italicum in salsa greca, lo chiamano Italikos…
Non
 voglio sentire, sono solo pasticcetti, orpelli. Si dice che tutta 
l’Europa ci invidia questa ottima riforma ma poi già si prova a 
cambiarla. Del resto non è colpa di Renzi. Ricordo che nel 2014 riuscì a
 dire che l’Italicum era un Mattarellum con le preferenze, una 
stupidaggine senza confini.
 
