il manifesto 2.10.16
In Polonia sciopero generale delle donne
Femministe in Polonia. Contro la proposta di legge anti aborto dei fondamentalisti cattolici di Ordo Iuris
di Rachele Gonnelli
Sciopero
generale delle donne, domani in Polonia, quasi una prima assoluta:
perché l’astensione tanto i compiti di riproduzione, quanto quelli di
produzione. Non porteranno i bambini a scuola, non faranno la spesa, non
caricheranno lavatrici, l’indicazione è: «state con i vostri figli,
donate il sangue, fatevi portare il caffé a letto». Una protesta simile
fu tentata nel 1975 nella lontana e progredita Islanda, e paralizzò il
paese dei geyser. Ora ci proveranno le polacche, come estrema forma di
rivolta dopo che ieri- e già una settimana fa – sono scese in piazza in
massa, vestite di nero, a Varsavia, sempre per protestare contro la
proposta di legge oscurantista sull’aborto che proprio domani dovrebbe
andare in discussione in Parlamento.
La legge polacca, risultato
di un compromesso tra Chiesa e Stato risalente al 1993, vieta
l’interruzione volontaria di gravidanza, eccetto che in caso di stupro,
incesto, gravissime malformazioni del feto e seri rischi per la vita
della madre entro la 12esima settimana di gestazione.
La proposta
depositata nella primavera scorsa in Parlamento su iniziativa del
movimento fondamentalista cattolico pro-life Ordo Iuris con l’appoggio
delle forze della destra mira a stralciare anche queste poche eccezioni,
portando il divieto in un assoluto cosmico degno della gnosi
trascendentale, comunque in uno spazio non abitato da corpi. Una
proposta di legge concorrente in direzione di una regolamentazione meno
restrittiva è stata boicottata, mentre questa oltranzista prosegue il
suo iter.
E così le donne hanno deciso di indossare abiti da
guerriere punk, a cominciare dal video che ha iniziato a circolare sui
social nell’aprile scorso realizzato dalla attivista Angela Cekin.
Perciò l’hashtag della protesta davanti al Parlamento è BlackProtest e
sempre perciò le decine di migliaia di partecipanti, così come le
attrici e opinioniste che sono comparse nei talk show in tv, erano
vestite di nero.
Dai filmati della televisione Tvn24, la piazza di
Varsavia che ospitava la manifestazione di ieri era stracolma di gente,
in maggioranza donne di tutte le età. «Vogliamo amare, non morire»,
«Stop ai fanatici della destra», «Ogni donna deve avere il diritto di
scegliere», alcuni degli slogan scritti sui cartelli. O anche: «Girls
just have rights». «Il Pis (il partito conservatore Diritto e giustizia
del leader Jaroslaw Kaczynski che detiene la maggioranza assoluta in
Parlamento, ndr) tiene in poco conto le opinioni dei cittadini. Questi
fanatici devono essere fermati», ha gridato al microfono Barbara
Nowacka, del gruppo di organizzatori della manifestazione, «Iniziativa
polacca», come si leggeva sullo striscione su fondo rosso che
campeggiava sul palco.
La battaglia dei numeri sulla
partecipazione è intanto più surreale del solito. Secondo il portavoce
della polizia di Varsavia le manifestanti in piazza ieri non erano più
di 5mila, addirittura 3mila a sentire il portavoce del municipio. Mentre
dalle panoramiche aeree sembra più probabile che questi numeri debbano
moltiplicarsi almeno per dieci. E comunque la proposta di legge di
iniziativa popolare «Save Women» – che poi è stata insabbiata al Sejm,
la Camera bassa – aveva raccolto oltre 250 mila firme.
Il numero
degli aborti legali in Polonia finora ha oscillato, in base alla legge
del ’93, tra i 600 e i mille all’anno, una delle cifre più basse
d’Europa. Ma le organizzazioni femministe stimano gli aborti
effettivamente praticati dalle donne polacche tra i 100 e i 150 mila
l’anno: praticati o clandestinamente in patria o privatamente
all’estero, specialmente in cliniche slovacche, ceche, austriache e
tedesche.
Nella legge proposta da Ordo Iuris, e che i conservatori
minacciano di approvare, per aver abortito una donna rischia fino a
cinque anni di detenzione.
Lo scorso giugno per far arrivare
pillole abortive in Polonia le attiviste estere hanno utilizzato persino
un drone. Ora una ong olandese si dice pronta a inviare una
nave-clinica a largo di Danzica.