il manifesto 29.10.16
Atomiche, Italia allucinante
di Tommaso Di Francesco
Allucinante
 Matteo Renzi. Allucinante Paolo Gentiloni. Ieri notte era all’ordine 
del giorno dell’Assemblea generale dell’Onu un voto davvero importante: 
una risoluzione perché dal 2017 partano i negoziati per un Trattato 
internazionale che vieti le armi nucleari.
La risoluzione è stata 
approvata da 123 Paesi, 16 Stati si sono astenuti ma 37 Paesi hanno 
votato contro, tra cui l’Italia. In compagnia di quasi tutte le nazioni 
nucleari del mondo e tanti alleati degli Stati uniti che, come l’Italia,
 hanno sul proprio territorio ogive nucleari. Si badi, non armi atomiche
 vintage della “passata” Guerra fredda, ma rinnovati sistemi d’arma per 
le quali il Nobel della Pace Obama ha speso diversi miliardi di dollari:
 si chiamano bombe B61-12 e potranno essere montate sugli F35 che – a 
proposito di “costi della politica” – ci costano più di 15 miliardi di 
euro. I primi due F35 arriveranno nella base di Amendola l’8 novembre 
prossimo, il giorno delle presidenziali americane, e senza know how di 
attivazione: quello lo controllano dagli Usa.
Qui, nel ridente Belpaese, ce ne sono ben 70 di bombe atomiche, 20 a Ghedi e 50 ad Aviano.
Sono
 lontani i tempi in cui il Parlamento europeo chiedeva espressamente 
agli Stati uniti di sbaraccare dal territorio europeo l’armamentario 
disseminato di circa 300 armi nucleari. Adesso se nazioni come Austria, 
Brasile, Irlanda, Messico, Sudafrica e Nigeria (primi firmatari della 
risoluzione votata all’Onu) propongono di avviare un trattato vincolante
 per mettere al bando le armi atomiche, l’Italia si sente in dovere di 
votare contro. E purtroppo non è una barzelletta del tragi-comico 
Benigni, eccellenza italiana al mega ricevimento alla Casa bianca.
 
