Corriere 29.10.16
La cover rock del segretario. E su Twitter si ironizza
di Alessandro Trocino
Giacca,
cravatta e mani in alto, come a benedire i sostenitori del Sì al
referendum. Sulla copertina di Rolling Stone, storica rivista musicale
(ma non solo), fa irruzione Matteo Renzi, provocando l’immancabile
sollevazione ironica della Rete. Il titolo della rivista ammicca
all’ultima opera di Paolo Sorrentino: «The Young Pop». Renzi aggiunge
Rolling Stone alla lunga lista delle apparizioni: tra le altre,
l’intervento in giubbetto di pelle da «Amici» e la copertina in stile
Fonzie di Chi. Presenze nazionalpopolari, lontane anni luce dalla
seriosità della Prima Repubblica, studiate per comunicare un’immagine
meno ingessata. Non a caso, nell’intervista, Renzi si definisce «un
ragazzo semplice, di periferia, un boy scout». Una rockstar? «No, la
politica è un servizio a tempo, fare la rockstar no». Il «rottamatore»
Renzi ascolta persino il rap su Spotify e, naturalmente, «Andiamo a
comandare». Su Twitter s’ironizza e si accusa Rolling Stone di
endorsement al Sì: ma per la rivista è una tradizione occuparsi di
politica e società. Prima di Renzi finirono in copertina Grillo, nel
2007, e Berlusconi nel 2009. E se Renzi si presenta su Rolling Stone in
camicia bianca «House of cards», Salvini scelse di mostrarsi in edicola a
petto nudo, per la gioia delle massaie padane. Difficile dire chi sia
più pop e chi più «cheap».