il manifesto 27.10.16
Cgil dice No con Smuraglia, Montanari e De Siervo
Referendum.
Tutto esaurito all'Obihall con 1.500 persone per l'iniziativa del
sindacato "Perché No al referendum". Con il presidente dell'Anpi, e
l'emerito della Consulta, anche il portavoce di Giustizia e Libertà. E
con Susanna Camusso pronta a ricordare la velocità del via libera al
jobs act: “La legge contro il lavoro l'hanno fatta in venti giorni,
altro che lentezza dei procedimenti legislativi”.
di Riccardo Chiari
FIRENZE
La Cgil muove e fa il tutto esaurito al teatro tenda oggi Obihall, con
1.500 persone che non risparmiano gli applausi per Carlo Smuraglia,
Tomaso Montanari e Ugo De Siervo, sul palco insieme a Susanna Camusso
per l’iniziativa “Perché No al referendum”. “Noi chiediamo agli iscritti
della Cgil di votare No – spiega la segretaria generale – ma non lo
imponiamo, e lo abbiamo deciso democraticamente con i nostri organismi.
Così come democraticamente non impediamo ad alcuni nostri iscritti di
votare Sì. C’è bisogno di un grande esercizio di democrazia. Mentre
nella seconda parte della Costituzione, così come è stata riscritta, si
abbassa il livello di partecipazione”.
La manifestazione del
sindacato si incastona in una fitta serie di iniziative, organizzate in
queste settimane dal comitato fiorentino per il No insieme ad Altra
Europa, Giuristi Democratici, Libertà e Giustizia, LibereTutte, e da
Sinistra italiana e Rifondazione comunista. Nei giorni scorsi sono
arrivati nel capoluogo toscano Gustavo Zagrebelsky e Carlo Freccero,
Marco Revelli e Sandro Medici, Maurizio Landini e Renzo Ulivieri,
Eleonora Forenza e Alessia Petraglia. Questa volta gli applausi,
convinti, hanno salutato partigiani della Costituzione come il
costituzionalista Ugo De Siervo.
Il presidente emerito della
Consulta, padre di due esponenti renziani di antica data, ha spazzato
via più di una diceria sul presunto dinamismo che sarebbe prodotto dalla
riforma: “Il bicameralismo non c’entra nulla con la lentezza dei
procedimenti legislativi – ha osservato De Siervo – ci sono leggi che
sono passate in tre giorni, in sei giorni, in venti giorni. Erano leggi
per cui il sistema politico spingeva davvero. La lentezza dei
procedimenti legislativi non dipende dal bicameralismo perfetto, dipende
dal fatto che i partiti e le alleanze fra i partiti siano convinti o no
dei contributi della proposta. Bastarono tre giorni per una legge sul
finanziamento ai partiti, e sei per impedire un referendum popolare”.
“La legge contro il lavoro l’hanno fatta in venti giorni”, ha chiosato
Camusso.
Tomaso Montanari ha prima ricordato Marc Bloch e la sua
visione della storia come “un antidoto alle tossine della propaganda e
della menzogna”. Poi ha attaccato: “Ad amici e colleghi come Michele
Serra, Massimo Cacciari, Sergio Staino, che mi dicono ‘la riforma è una
schifezza, ma la voto perché non c’è alternativa’, io ricordo
Calamandrei: lui diceva che la Costituzione conteneva una rivoluzione
promessa, quello che Cacciari, Serra, Staino ci dicono è che la
Costituzione così scritta dovrà contenere una rassegnazione promessa,
quella secondo cui non c’è alternativa”.
Tutti in piedi per Carlo
Smuraglia, che si è anche tolto qualche sassolino dalla scarpa. Il
primo: “Noi non abbiamo mai definito la Costituzione italiana la più
bella del mondo; lo ha detto invece un attore che oggi vota per il sì”.
Il secondo: “L’Anpi ha questa sorte: quando è sugli spalti, viene
considerata; altre volte invece ci sono delle giovanotte che la
paragonano a Casa Pound. Un’altra dice ‘io sono iscritta all’Anpi e voto
Si, che fanno, mi cacciano?’. Se dice così vuol dire che non conosce il
regolamento dell’Anpi”. Poi, a chiusura: “Noi siamo per l’attuazione
della Costituzione nello spirito che animò l’Assemblea Costituente del
1946. Allora fu realizzato un miracolo. Oggi invece, se si toglie un
pezzo di sovranità popolare, il cittadino diventa un suddito. E la
trasformazione del cittadino in suddito diventa un fatto possibile, e
probabile, se gli italiani non si svegliano”.