il manifesto 26.10.16
Piccoli omicidi nella riserva
Stati
Uniti. Incinta, madre di due bambini, depressa, nativa americana:
uccisa a Seattle. Anziana, schizofrenica, nera: uccisa nel Bronx. La
relazione letale tra poliziotti e minoranze
di Marina Catucci
NEW
YORK Nel giro di pochi giorni due donne, appartenenti a due minoranze
diverse, sono state uccise nelle loro case per mano della polizia
americana.
A Muckleshoot, riserva indiana poco lontana da Seattle,
la polizia ha sparato e ucciso una donna incinta di cinque mesi e già
madre di due bambini piccoli, la 23enne Renee Davis, che da tempo
soffriva di depressione. La polizia era stata chiamata da un amico della
donna, preoccupato a causa di un suo messaggio che pareva contenere
propositi suicidi.
Arrivata sul posto, nonostante la polizia
potesse vedere attraverso le finestre i due bambini aggirarsi per casa,
nessuno aveva aperto la porta. EntratI con la forza gli agenti avevano
trovato Davis con una pistola in mano e, invece che impedirle di
suicidarsi, hanno sparato ripetutamente.
«Ciò che è sconvolgente –
ha dichiarato al Seattle Times la sorella adottiva della vittima – è
che la polizia si era presentata per un cosiddetto ‘controllo
benessere’, che serve per accertarsi che qualcuno stia bene e non
commetta sciocchezze».
Al momento i due poliziotti, un veterano di
otto anni assegnato alla riserva di Muckleshoot e il collega in
servizio da tre anni nella stessa contea, sono stati messi in congedo
amministrativo pagato, mentre gli investigatori stanno indagando sulle
dinamiche che hanno portato all’uccisione della donna.
La notizia
dell’omicidio ha causato proteste a Seattle e nel confinante Canada,
#ReneeDavis è diventato un hashtag su Twitter, collegato a #SayHerName,
dite il suo nome, hashtag con il quale si commemorano le vittime della
violenza della polizia, per toglierle da un limbo nebuloso e restituire
loro un’identità che il più delle volte le colloca tra le file di una
minoranza etnica.
Secondo il Counted Project del Guardian, che si
occupa di monitorare le sparatorie che vedono coinvolta la polizia, gli
omicidi dei nativi americani per mano delle forze dell’ordine sono
raddoppiati sia nel 2015 che nel 2016 e uno studio recente mostra come i
nativi americani abbiano più probabilità di essere uccisi dalla
polizia, di qualsiasi altro gruppo etnico negli Stati Uniti.
Questo
omicidio segue di pochi giorni quello della 66enne afroamericana
Deborah Danner, avvenuto anche questo nella casa della donna, nel
quartiere newyorkese del Bronx. Anche in questo caso la donna presentava
delle turbe, era schizofrenica, e la polizia si era presentata per
scortarla in ospedale e farle ricevere cure adeguate. Qualcosa deve
essere andato storto: avendola trovata armata di una mazza da baseball, i
poliziotti non l’hanno immobilizzata ma le hanno sparato, uccidendola.
L’episodio
ha generato dichiarazioni sdegnate da parte del sindaco Bill De Blasio,
le indagini sono in corso ma anche in questo caso i due poliziotti sono
stati messi in congedo amministrativo pagato. «Penso che si sia
trattato di una situazione a cui la polizia ha reagito in modo molto
individuale non seguendo i protocolli», ha detto il sindaco durante una
conferenza stampa, rispondendo alla domanda su come la sparatoria
potrebbe influenzare le relazioni tra polizia e cittadini, incrinandole
ulteriormente.
Per i gruppi di pressione che spingono verso una
riforma della polizia, la retorica del sindaco e del capo della Nypd,
che ha definito questo omicidio «un fallimento» del suo dipartimento,
non sono sufficienti per sanare la ferita tra la polizia e le comunità
coinvolte in questi episodi che non accennano a terminare.
«Sindaco
e capo della polizia hanno sottolineato che questo episodio è nato da
una violazione del protocollo – ha dichiarato Yul-san Liem, co-direttore
del Comitato Giustizia di New Yok – ma per noi la soluzione non sta
nell’avere o meno un protocollo. Ciò che ci si aspetterebbe e che non
avviene è l’incriminazione dei pubblici ufficiali che uccidono cittadini
senza ragione. Il poliziotto che ha ucciso Deborah Danner quantomeno
non dovrebbe ricevere uno stipendio, in questo momento».
Proprio
in questi giorni a seguito di pressioni continue, con una mossa molto
insolita, il dipartimento di giustizia ha sostituito la squadradi
investigatori che stava indagando sul dipartimento di polizia di New
York per l’omicidio di Eric Garner, afroamericano e disarmato, ucciso
per strangolamento. Questa decisione dovrebbe rimettere in moto il caso
che è in stallo ormai dal 2014 e, auspicabilmente, creare un precedente.