il manifesto 26.10.16
Sì, no, non so. Alla kermesse Pd Cuperlo come sul referendum
Democrack.
Ore di travaglio per le minoranze Pd, Bersani di fatto ha chiuso il
dialogo sull'Italicum. Cuperlo: il mio è un tentativo serio, andrò alla
manifestazione del partito se sarà un luogo di unità
di Daniela Preziosi
ROMA
Ore di travaglio per la sinistra Pd che si è infilata volontariamente e
forse senza troppa consapevolezza nel pasticcio della commissione per
la modifica dell’Italicum. E ora non sa come uscirne senza
autoinfliggersi troppi danni. Ieri pomeriggio il vicesegretario Lorenzo
Guerini si è intrattenuto a lungo in Transatlantico con Gianni Cuperlo,
unico esponente delle minoranze che ha accettato di stare nella
commissione a cinque (c’è anche Orfini e i due capogruppo di camera e
senato). Facce preoccupate quelle di entrambi. Il quintetto presto si
dovrà riunire ma sarà difficile non certificare l’impossibilità di
trovare un accordo sull’Italicum. Almeno prima del referendum del 4
dicembre. Il problema non sono solo le richieste di Cuperlo di una legge
di fatto tutta diversa (chiede «un equilibrio tra rappresentanza e
governabilità e i collegi uninominali»). C’è sopratttutto il sostanziale
disinteresse di Pier Luigi Bersani e dei suoi, ormai lanciati nella
campagna per il No al referendum e indisponibili a cambiare idea.
Nelle
intenzioni originarie la commissione doveva produrre il testo della
«pax renziana» entro il 28 ottobre, data della manifestazione del Pd
sull’Europa e di fatto della prima kermesse per il Sì. Cuperlo non sa
ancora se parteciperà, e questo la dice lunga sullo stato della
trattativa interna.
Ieri di fronte ai cronist, ha cambiato idea
più volte. «Non so se ci sarò, sabato dovrei essere fuori Roma», ha
detto in mattinata. Per poi rettificare ironicamente nel pomeriggio:
«Sono un funzionario di partito, vado dove il partito chiama», ha
risposto stavolta ai cronisti. Che lo hanno interpretato come un sì.
Confortati anche da una chiosa: «Se c’è una manifestazione del Pd io
vado».
Ma non è così, almeno non in questo caso, per il resto
delle minoranze. Molti bersaniani non ci andranno. E non ci andranno
sicuramente gli esponenti dem schierati con il No. Quindi, in serata, da
Cuperlo arriva l’ultima rettifica, stavolta seria e preoccupata: «Sto
chiedendo con altri un atto politico serio che si faccia carico delle
richieste avanzate dalle minoranze, e non solo, per una nuova legge
elettorale. Le motivazioni sono stranote. Se il Pd, con la volontà del
suo segretario, trova le ragioni dell’unità io alla manifestazione di
sabato parteciperò come ho sempre fatto. Se quella piazza sarà il luogo
dove sancire una divisione, non sarò lì».