il manifesto 20.10.16
Sciopero generale e corteo No Renzi Day in piazza a Roma
Referendum.
Domani i sindacati di base si fermano nei trasporti, nella sanità,
nella logistica e in molti altri settori. Sabato nella Capitale il
corteo per il «No sociale» al referendum con le sinistre e i movimenti.
Piazza San Giovanni sarà dedicata a Abd Elsalam, il lavoratore egiziano e
sindacalista Usb ucciso da un tir a Piacenza
di Roberto Ciccarelli
ROMA
Trasformare il «No» al referendum costituzionale del 4 dicembre in un
«No sociale» contro le politiche del governo Renzi sul lavoro, la scuola
e le grandi opere. Domani è il giorno dello sciopero generale convocato
dai sindacati di base nella pubblica amministrazione e nei trasporti
locali, nella sanità, nella logistica. Sabato a Roma, alle 14, partirà
il corteo del «No Renzi Day» da Piazza San Giovanni.
Piazza San Giovanni dedicata a Abd Elsalam
In
questa occasione la storica piazza delle manifestazioni della sinistra
sarà ribattezzata alla memoria di Abd Elsalam, il lavoratore egiziano e
sindacalista di base dell’Usb ucciso a Piacenza nel corso di un presidio
sindacale il 14 settembre scorso. Da venerdì a sabato ci sarà
un’«acampada» durante la quale si svolgeranno dibattiti sul referendum e
il Jobs Act. Alla sera di venerdì è previsto un concerto con la Banda
Bassotti e gli Assalti Frontali. Molto articolata si presenta la
giornata dello sciopero generale con manifestazioni e sit-in davanti
alle prefetture da Milano a Catania. Annunciato per venerdì alle 10
anche un presidio di Unicobas al ministero dell’Istruzione in Viale
Trastevere a Roma contro la “Buona scuola”. Sempre venerdì, alle 11, ci
sarà una manifestazione al Ministero dell’Economia di Via XX Settembre.
Le forze in campo
Ampio
l’arco di forze sindacali, politiche e sociali che hanno convocato la
mobilitazione: c’è il mondo dei sindacati di base, a cominciare
dall’Unione Sindacale di Base (Usb). Alla piattaforma per l’occupazione,
la democrazia sindacale, il rinnovo del contratto dei lavoratori
pubblici e contro le politiche di Renzi e dell’Ue, la legge Bossi-Fini
hanno aderito Unicobas, Usi e Cub trasporti del Lazio. In un comunicato
Si Cobas e Adl Cobas auspicano la ricomposizione delle vertenze sociali e
sindacali nei territori e nella logistica invitano alla mobilitazione
facchini, drivers e autisti. Al «No Renzi Day» hanno aderito tra gli
altri alcuni comitati per il «No» al referendum, il Movimento No Tav
della Val di Susa e il Forum italiano dei movimenti per l’Acqua, Attac
Italia, Sinistra No Euro, gli avvocati di M.g.a. Ci saranno Rifondazione
Comunista e L’Altra Europa, il partito comunista italiano, Sinistra per
Roma, la Rete dei Comunisti. L’appello di convocazione della
manifestazione è stato firmato anche dal sindaco di Napoli Luigi De
Magistris. Tra le numerose iniziative da segnalare la campagna contro i
voucher lanciata dalle Camere del lavoro precario e autonomo di Roma,
Padova e Napoli.
Un “No sociale”
Due sono le novità di
questa due giorni di mobilitazione: i sindacati di base scioperano e
scendono insieme in piazza; con loro ci sarà una parte della sinistra
politica. La mobilitazione intende affermare – con numeri che gli
organizzatori si aspettano alti – che il «No» al referendum «non è solo
materia per costituzionalisti ma è l’espressione dell’opposizione alle
politiche renziane» sostiene Giorgio Cremaschi. C’è anche il nodo dei
rapporti critici con i sindacati confederali, a cominciare dalla Cgil
che ha approvato un documento per il «No», preferendo non aderire a
nessun comitato, né organizzare manifestazioni sul tema. «Trovo una
follia avere firmato un protocollo sulle pensioni che contiene una
misura come l’Ape, la pensione con il mutuo – aggiunge Cremaschi –
probabilmente non aderirà nessuno, per fortuna». «In altri tempi –
sostiene Fabrizio Tomaselli, esecutivo Usb – avrebbero fatto fuoco e
fiamme contro una legge di bilancio che regala 20 miliardi su 27 ad
aziende e banche. Per noi lo sciopero sindacale è immediatamente
politico. Il “No sociale” sarà la novità dell’autunno».
Il
prossimo appuntamento in agenda dovrebbe essere quello del 27 novembre
quando a Roma sarà convocata un’altra manifestazione nazionale. Nel
mezzo è stata annunciata una «mobilitazione popolare e diffusa» contro
il «Renzi Day» del 29 ottobre, quando è prevista a Roma una
manifestazione per il «Sì» al referendum.
Per i promotori del
coordinamento la prospettiva del «No sociale» è sconfiggere Renzi e
chiudere l’esperienza del suo governo, indipendentemente da quello che
accadrà dopo: governi tecnici, di unità nazionale. Sempre che Renzi si
dimetta dopo l’eventuale sconfitta. «Uno schieramento così ampio a
difesa della Costituzione è un fatto positivo. Lo sarà ancora di più il
fatto che il popolo tornerà ad esprimersi. La vittoria del No – sostiene
il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero – sarà un ceffone
a tutti i poteri forti che stanno appoggiando Renzi: da Obama a Jp
Morgan». Per Roberto Musacchio (Altra Europa) «il No sarà una risposta
all’impegno del partito socialista europeo che fa campagna per il Sì».
Ricorso contro la Rai
Usb,
Unicobas e Usi hanno fatto ricorso all’Agcom, al Garante degli scioperi
e alla Vigilanza Rai contro la «cappa di silenzio» che ha cancellato lo
sciopero generale dall’informazione pubblica, in contrasto con le leggi
che obbligano la Rai a darne notizia almeno cinque giorni prima. A
causa dell’adesione di Usb Lavoro privato allo sciopero la Rai si è
limitata a comunicare che potrebbero esserci modifiche alla normale
programmazione.