Il Fatto 13.10.16
Dove vanno i soldati italiani?
risponde Furio Colombo
CARO
FURIO COLOMBO, che cosa fanno i soldati italiani a Mosul? Difendere la
diga che si può colpire facilmente a distanza? E come mai l’offensiva
per la riconquista di Mosul non scatta mai, dopo molti annunci? Che cosa
fanno i soldati italiani in Libia? Uniti o separati dagli “alleati”
(americani e inglesi)? E come mai l’offensiva per la riconquista di
Sirte non scatta mai?
ALFREDO
HO PARLATO MOLTE
VOLTE della totale mancanza di informazione su tutto ciò che riguarda
la nostra Difesa in Italia, la dislocazione e funzione di soldati che
partono senza una mezza giornata di discussione in Parlamento o almeno
una nota informativa alla commissione Difesa. Qui l’invocazione di
Pannella per il diritto alla conoscenza diventa stato di emergenza.
Pensate come sarebbe cresciuta, di colpo, di statura la minoranza del Pd
che annuncia il “no” al referendum, se avesse dichiarato di votare “no”
perché uno strano eccesso di potere di governo è già cominciato con
il muovere liberamente le truppe senza informare il Parlamento e senza
far sapere nulla ai cittadini. La violazione del più elementare dei
diritti democratici (sapere, prima di decidere) è ormai abitualmente
violato. E la mancanza totale di notizie e di decisioni incombe anche
sui rapporti con gli altri Paesi che dovrebbero essere i partner
naturali e che invece usano l’Italia (basi e soldati) come accessori a
disegni politici di cui noi (i cittadini ma anche quasi tutto il corpo
politico) non abbiamo alcuna nozione. Per quel che si vede e si capisce a
distanza, e nell’ignoranza dei fatti (che è negazione della
democrazia) domina una situazione caotica di contraddizione, di scambi
continui di alleati, di nemici e di situazioni di cui diffidare, dove
solo la Russia appare in grado di condurre un suo gioco malevolo e
distruttivo restando rispettabile e persino ammirata, con rovesciamenti
di fiducia che cambiano anche le politiche interne, certo in Italia,
dove quasi l’intero schieramento politico guarda a Putin come un tempo
si guardava all’America. Ma la causa prima di tutto è la mano che copre
le mosse del potere e impedisce persino di vedere qual è (se non è
solo la Russia) il potere egemone che muove i fatti che accadono adesso e
i piani per ciò che accadrà domani. La ministra italiana della
Difesa, Pinotti, si è prestata alla politica dell’oscuramento e della
impenetrabilità delle decisioni. Della pace e della guerra (la pace non
c’è e le guerre dilagano) non sappiamo nulla. Ma ci chiedono di essere
buoni cittadini e di stare al gioco. Ma quale gioco, e di chi?