giovedì 13 ottobre 2016

Il Fatto 13.10.16
La galassia Pd tra bruciati e scomparsi
di  Luisella Costamagna

Il Re Sole (Sòla?) Renzi è sempre più solo. Gli tocca fare gli straordinari in tv e alla direzione Pd, dove non si presenta più con la solita spavalderia scamiciata ma in giacca e cravatta. “Allucinazioni”, “fanatismo”, “alibi” sono gli unici attacchi che concede alla minoranza, come a dire “sono fiaccato ma non vinto”. E mentre punta ai voti di destra per vincere il referendum e rimanere sul trono, il suo partito si spacca in mille, inaspettate, nuove correnti.
I bruciati Boschi, Orfini, Serracchiani. Il premier-segretario vorrebbe pure usarli per il Sì, ma come aprono bocca è una gragnuola di “E Banca Etruria? ”, “E Marino assolto? ”, “E la sconfitta alle Comunali? ”.
Gli scomparsi Carbone e Bonafè: meteore della buona novella renziana tornate nell’ombra. Di loro serbiamo i ricordi indelebili del #ciaone al referendum sulle trivelle e della foto con Buzzi. I moriremo con lui Lotti e Sensi (per il voto gli è toccato modificare il nome twitter “Nomfup” in “Sìmfup”); mentre il fido Carrai non ci pensa proprio a immolarsi per il capo e continua a tessere ragnatele di interessi per restare su comunque vada.
I rassegnati Padoan e Delrio: costretti a far da balia al virgulto toscano, a seguirlo in tutte le sparate, accelerate e retromarce, anche a costo della loro credibilità.
I carta argento Finocchiaro, Fassino, Zanda, che “se molliamo ‘sto treno un altro non passa”.
Il pesce in barile Franceschini, che da segretario brandiva la Costituzione ma ora va bene stravolgerla, e poi chissà che dopo aver preso il posto del dimissionario Veltroni la ruota non giri allo stesso modo con Renzi.
Sul fronte opposto c’è la minoranza Pd di Bersani, Cuperlo, Speranza: gli ora basta. Davvero voteranno No? A essere precisi, solo D’Alema l’ha detto esplicitamente, mentre loro hanno parlato di “riforma invotabile”: non è che semplicemente si asterranno? Che faranno come sul JA, la Buona Scuola, l’Italicum, quando (alcuni di loro) non hanno votato contro ma erano assenti? C’è una bella differenza e servirebbe maggiore chiarezza. Sempre che Renzi non offra quello che chiedono: un accordo sulla modifica dell’Italicum prima del referendum. Tanto se vince non è certo un problema per lui rimangiarsi tutto.
Chi invece ha avuto il coraggio di dire No, alla riforma costituzionale e al Pd, sono i noi lo dicevamo Civati e Fassina. Anche se le loro performance, sia pure apprezzabili, non sono per ora esattamente brillanti.
Uno su tutti però si staglia per assenza: il ma anche Veltroni. Papà del Pd, mamma di Renzi (sue le truppe che, insieme ai rutelliani, hanno più nutrito il premier), è l’unico ex segretario che non si è ancora schierato. In un’intervista al Corriere, tempo fa, rispondeva così – veltronianamente – alla domanda di Cazzullo “la riforma costituzionale rappresenta un passo avanti? ”: “Sì, perché va nella direzione del rafforzamento dell’esecutivo; non so se va anche verso il rafforzamento del controllo”. Sì, ma anche No. Ok, non siede più in Parlamento e ora fa lo scrittore, il regista e pure l’autore tv; ma se non lo sa lui, che è un esperto, come possono saperlo gli italiani? Si è chiarito le idee? Tra “Le 10 cose più belle” c’è anche la risposta – decisiva – a quella domanda?