Corriere La Lettura 9.10.16
L’Inquietudine cambia il mondo
di Stefano Gattei
«Nell’affresco
sono una delle figure di sfondo»: così inizia Q , il romanzo del 1999
firmato dal collettivo Luther Blissett. La storia muove dalla lettura
del diario di una spia nell’Europa del Cinquecento, fra intrighi di
potere, guerre sanguinose e dispute teologiche. Al centro dell’affresco
sono il Papa e l’imperatore, i cardinali e i principi; ai margini gli
agenti, che «reggono l’intera geometria del quadro». Ritornano alla
mente queste parole leggendo la biografia intellettuale di Alexandre
Koyré (1892-1964), filosofo e storico della scienza di origine russa.
L’Europa di Koyré non è più quella di Carlo V o Papa Paolo IV, né le
guerre di religione possono essere paragonate ai conflitti del
Novecento; e certamente Koyré non ha le caratteristiche negative
dell’infido Q . Ma nello studioso francese (come in autori tipo Thomas
Seget o Joachim Morsius, controparti reali di Q tra Cinque e Seicento)
si riflettono le inquietudini del suo tempo. Un mondo che Koyré, con la
sua opera di studioso e la sua continua attività di networking
internazionale, ha contribuito a cambiare. Ebreo errante, protagonista
dei dibattiti filosofici, uomo dai rapporti tormentati con la politica e
la religione; autore, in particolare, di testi che hanno cambiato la
nostra visione filosofica della scienza: la storia raccontata da Paola
Zambelli in Alexandre Koyré in incognito (Olschki, pp. 312, e 32)
sorprende e coinvolge. Peccato solo per una certa trascuratezza
editoriale, specialmente nella riproduzione delle fonti originali, che
non intacca comunque la narrazione di una vicenda umana come poche,
insieme ai margini e al centro di un mondo in trasformazione.