venerdì 7 ottobre 2016

Corriere 7.10.16
Coppia dell'acido, via il figlio «Va dato subito in adozione»
I giudici: «Stop agli incontri in carcere, con loro il piccolo può subire traumi»
Anche i nonni ritenuti inadeguati
Martina pronta a presentare ricorso
di El. And.

La decisione dopo 14 mesi La psicologa: avrà bisogno di aiuto anche da adulto
Milano Quattordici mesi di sospensione, prima che la scelta venisse fatta. Il piccolo Levato ha subito il distacco dalla madre a poche ore dalla nascita e l’affido ad una comunità in una fase così importante per il suo sviluppo, mentre in una girandola di visite veniva comunque preservato un blando rapporto con la famiglia d’origine. Adesso il trauma forse peggiore, l’allontanamento non solo dai genitori naturali ma anche – anzi soprattutto - dalla coppia che per questo tempo, in comunità, si è presa cura di lui. Quali effetti può avere tutto questo, sull’essere umano in formazione? Lella Ravasi Bellocchio, analista junghiana, circostanzia: «Il rischio di un pregiudizio al percorso evolutivo del piccolo c’è, è molto urgente inserirlo in un contesto di accoglienza familiare e materno stabile, non più provvisorio o a strappi», spiega l’esperta. Potrebbero esserci danni psicologici: «Più avanti, da adulto, sentirà le ripercussioni di questo percorso migrante nel suo primo anno di vita. Avrà bisogno di sostegno, quando riemergeranno i traumi e l’abbandono». C’era un’alternativa, ad un tempo così lungo per decidere il suo destino? «I giudici ci hanno messo molto, ma hanno dovuto scandagliare in profondità tutte le opzioni alternative all’adozione - continua l’analista -. Non ne hanno trovate di sufficientemente buone». Ora, hanno scritto i magistrati, bisogna «subito sospendere» ogni rapporto del minore con i familiari d’origine, «collocandolo immediatamente» presso la coppia scelta dal Tribunale, scrivono i magistrati. Questa sentenza, continua l’esperta, è stata «coraggiosa, laica ed equilibrata, non ha ceduto all’idea seduttiva della maternità come evento sacro e legame da preservare ad ogni costo». I genitori adottivi, precisa, «dovranno resistere alle fantasie che una vicenda così enfatizzata e pubblica può portare con sé». Un ciuffo, il naso, uno sguardo in ogni momento potrebbero evocare le immagini viste in tv, della triste storia: «Cruciale che i genitori adottivi evitino di viversi come salvatori rispetto al male», è la raccomandazione. Aiuteranno gli assistenti sociali e gli psicologi, ma il lavoro sarà comunque faticoso. Avranno un bambino di un anno e due mesi che finora ha vissuto in sospensione. «Conteso, forse senza realizzare di esserlo».