Corriere 7.10.16
Prof di sostegno in fuga dopo la nomina. I disabili fanno i turni
Bologna, malattia e congedi parentali per tutti i neoassunti (meno uno). Il preside: «È avvilente»
di Valentina Santarpia
Più
che arrabbiato, più che deluso, si dice «ferito» il preside
dell’istituto tecnico commerciale Salvemini di Casalecchio di Reno
(Bologna), costretto a chiedere agli studenti disabili di «fare i turni»
per qualche giorno per mancanza di insegnanti di sostegno. Una
decisione presa insieme alle famiglie, sulla spinta di una situazione di
urgenza, ma che lo ha trasformato in poche ore in un bersaglio. «Il
diritto allo studio degli alunni con disabilità va garantito» e «non può
succedere che si chieda ad alcuno di non andare a scuola», tuona la
senatrice Francesca Puglisi (Pd), invitando il professore Carlo Braga, a
«tornare sui suoi passi». «La senatrice è totalmente disinformata, la
invito a venire qui e verificare che tutti i nostri studenti sono a
scuola: le sue parole mi fanno male, dopo dieci anni di progetti per la
disabilità e soprattutto dopo che ho chiesto uno sforzo straordinario
agli insegnanti», replica Braga.
Il Salvemini è una scuola con
1.500 studenti, tra cui 60 disabili certificati, e 47 sono gravi. Non è
un caso: la realizzazione di vari progetti a favore dell’inclusione l’ha
resa un punto di riferimento. Oltre agli educatori di istituto, in
organico ci sono 38 insegnanti di sostegno che dovrebbero favorire la
didattica e la partecipazione dei disabili. «Sulla carta: su 18 nuove
assunti, 17 hanno firmato il contratto di ruolo triennale e sono andati
via, sfruttando congedi parentali o malattie in attesa di
un’assegnazione provvisoria, per non trasferirsi. Risultato: non sapevo
come coprire tutte le ore», spiega Braga.
Così ha attivato le
procedure per i supplenti: «Ma ho deciso di aspettare prima che fossero
fatte tutte le nomine sulle materie, in modo da evitare che i supplenti
potessero cambiare nel giro di pochi giorni: per gli studenti disabili
significava cambiare diverse figure di riferimento, un adattamento
difficilissimo. Allora ho chiesto alle famiglie che ne avevano la
possibilità, nei pochi giorni necessari a organizzare il tutto, di
tenere a casa qualche ora i propri figli, per non destabilizzarli. Sono
state d’accordo. Ma non c’è stata nessuna turnazione: anzi, tutti i
professori hanno fatto i salti mortali per dedicarsi ai disabili. Molti
sono stati a scuola 30 ore a settimana per garantire la copertura.
Sentirsi additati come quelli che non tengono i disabili a scuola è
avvilente», conclude Braga. Di chi è la colpa? «Certamente non nostra,
ma di una riforma che ha tutelato molto più gli insegnanti che gli
studenti», chiosa. E adesso cosa succede? «Per lunedì ho convocato 300
possibili supplenti di sostegno: vuol scommettere — conclude amaro Braga
— che neanche così trovo i 20 che mi servono?».