Corriere 3.10.16
Così Londra rinuncia a un’uscita morbida
di Luigi Ippolito
Ieri
pomeriggio, al consueto brunch domenicale da Maze, il ristorante di
Gordon Ramsay su Grosvenor Square, elegante piazza alberata di Mayfair,
ogni cosa procedeva tranquilla. Ma il personale di sala, a grande
maggioranza italiano, qualche interrogativo se lo poneva: se adesso ci
mandano via, era il refrain, questo posto deve chiudere. È il dilemma di
fronte al quale si trova Theresa May, ora che ha deciso di dare il
colpo d’avvio alla Brexit: sacrificare o no i vantaggi del mercato unico
in nome del controllo dell’immigrazione? Eppure, pare che sia questa la
strada intrapresa dal governo britannico. È vero che la premier ha
respinto la dicotomia fra hard e soft Brexit , ovvero fra una rottura
netta con l’Unione europea e il mantenimento di un rapporto di stretta
collaborazione. Ma Londra, con l’obiettivo di ridiventare «un Paese
pienamente sovrano», sembra preferire un’uscita secca dal mercato
comune. E così May completa la sua trasformazione da «Remainer» poco
convinta a cheerleader della Brexit: tanto che il Sun l’ha subito messa
in prima pagina con le sembianze di Britannia, onore riservato in
passato solo a Margaret Thatcher.
Due sono gli obiettivi immediati
della premier: fugare le critiche riguardo l’eccessivo temporeggiare e
convincere gli scettici che il mantra «Brexit significa Brexit» ha un
contenuto. Ma c’è anche un messaggio per gli europei: Londra è pronta a
rinunciare a un atterraggio morbido pur di salvaguardare le sue
prerogative. È probabile che il governo britannico lavorerà per imporre
quote sull’immigrazione e allo stesso tempo ottenere un accordo
complessivo su commerci e finanze, che tuttavia non ricalcherà nessuno
degli esempi già esistenti, dalla Svizzera alla Norvegia. Il timore è
che i governi della Ue possano fare muro di fronte alle richieste
britanniche, anche perché i negoziati sulla Brexit si incroceranno con
le campagne elettorali in Francia e Germania. Ma forse a Londra c’è
anche chi spera che le tensioni continentali sull’immigrazione possano
seminare la divisione fra i 27 e favorire un accomodamento. Comunque
vada, ci attende un 2017 complicato.