Corriere 26.10.16
Come funziona la Nato Tutti eguali meno gli Usa
risponde Sergio Romano
Nella
risposta a una lettrice che chiedeva il suo parere sullo stato attuale
delle relazioni dell’Occidente con la Russia, lei ha affermato che la
pacifica convivenza tra Ovest ed Est è stata minata da un allargamento
affrettato della Nato a Paesi pregiudizialmente anti-russi. Chi ha
progettato tale rapido allargamento dell’Alleanza Atlantica, chi l’ha
messo prontamente all’ordine del giorno e con quali modalità è stato
approvato? Quali sono i meccanismi decisionali di partecipazione
democratica che regolamentano l’istituzione quando delibera dove
collocare depositi di ordigni nucleari, allorché stabilisce un
allargamento ai Paesi dell’Est, o pianifica un invio di militari? Si
delibera all’unanimità o a maggioranza? Vi sono mai dei contrari? E i
rappresentanti dei Paesi (penso in particolare al nostro) che siedono al
tavolo della Nato che assume decisioni di tale portata, non devono mai
ottenere un consenso preventivo dal Parlamento per orientare il proprio
voto?
Paolo Novaresio
Caro Novaresio,
Occorre
anzitutto fare una distinzione fra l’Alleanza Atlantica e la Nato. La
prima è un Patto firmato a Washington nell’aprile del 1949 (per l’Italia
da Carlo Sforza) dopo una tempestosa seduta alla Camera che durò dal 12
al 18 marzo e una votazione finale che ebbe luogo dopo una seduta
durata ininterrottamente 58 ore. La Nato, invece, è l’Organizzazione
militare del Patto Atlantico, creata successivamente soprattutto per
iniziativa americana. Oggi la Nato si compone di un Consiglio dei
rappresentanti permanenti che ha la sua sede a Bruxelles, di un
segretario generale europeo che ne presiede i lavori, di un Comitato
militare composto dai capi di stato maggiore dei Paesi membri e di un
comandante supremo americano che sovrintende a tutte le strutture
militari dell’Alleanza e ha sede a Mons, una città a 52 chilometri dalla
capitale belga. Vi sono infine, periodicamente, le riunioni dei
ministri degli Esteri, quelle dei ministri della Difesa e i Vertici
composti dai capi di governo.
Nei lavori della organizzazione,
ogniqualvolta occorre prendere una decisione, si preferisce ricorrere al
consenso. Mentre il voto crea inevitabilmente una maggioranza e una
opposizione, il consenso trasmette all’esterno l’immagine di una
organizzazione unita e solidale. Naturalmente se non c’è voto, occorre
una autorità che certifichi il raggiungimento del consenso, e questa è
il segretario generale, una personalità che viene scelta fra gli uomini
di Stato europei, ma con un indispensabile placet americano. Il
Consiglio prende decisioni politiche, ma le articolazioni militari della
Alleanza (installazione di basi americane nel territorio dei Paesi
membri, dislocazione degli ordigni nucleari e manovre congiunte)
dipendono dal comando supremo e dagli accordi che gli Stati Uniti
sottoscrivono con i singoli Paesi.
Mentre le grandi linee
politiche dell’Alleanza vengono discusse nei Parlamenti nazionali, gli
accordi strettamente militari sono segreti. Teoricamente la Nato è una
organizzazione fra eguali. Nella realtà il peso militare degli Stati
Uniti conferisce alle loro scelte un ruolo determinante. Credo che
questo sia stato particolarmente vero nel caso dell’allargamento della
Alleanza e della Organizzazione ai Paesi che facevano parte del Patto di
Varsavia e, più tardi, ad altri Paesi dell’area ex-sovietica. La
decisione, dopo qualche esitazione, fu presa nell’ambito della
presidenza Clinton e realizzata in quella del suo successore.