domenica 23 ottobre 2016

Corriere 23.10.16
Fra 18 e 34 anni il 70% sta in casa
Solo gli slovacchi peggio di noi
di Agostino Gramigna

Uno dei luoghi comuni (italiani) narra che non sia facile per un giovane diciotto-trentenne essere indipendente economicamente. E che questo alimenti il bisogno di stare con mamma e papà il più a lungo possibile. Tuttavia è altamente improbabile che sette milioni di giovani che in Italia vivono con almeno un genitore, come recita l’ultimo rapporto Eurostat, siano tutti disoccupati e privi di mezzi economici. Qualunque sia la causa, l’Italia continua ad essere il Paese in Europa con il più alto numero di adulti (18-34 anni) che non ne voglio sapere di lasciare il focolare domestico (solo la Slovacchia fa leggermente peggio). Si dirà che non è una novità. Infatti l’elemento che farà discutere dell’ultimo rapporto Eurostat è nella formidabile crescita del fenomeno. Oltre il 67 per cento di tutti i giovani italiani (7,4 milioni) vivono con almeno un genitore: erano il 59,2 per cento solo cinque anni fa. La classifica, in sostanza, dice che l’Italia è molto lontana — circa venti punti di differenza — dalla media europea (47%): in Francia è il 34%, in Germania il 43,1%, nel Regno Unito il 34,3%, in Danimarca il 19,7%. Un esempio aiuta a capire meglio. Se una ragazza finlandese, in media, va via di casa all’età di 21 anni, nel nostro Paese la sua coetanea se la prende con calma e saluta i genitori verso i 30 anni. A fare l’esegesi del rapporto se ne ricava una linea di tendenza: il divario con il resto d’Europa è crescente. Nella fascia di età tra 25 e 34 anni i giovani italiani che non mollano i genitori sono quasi il 51% (erano il 44% nel 2011) contro il 16% del Regno Unito, il 19,1% della Germania, il 10,1% della Francia. Il confronto con i Paesi del Nord europeo è ancora più penalizzante: in Danimarca la media è del 3,9%. Il rapporto dice che una percentuale consistente di coloro che rimangono a casa lavora (il 40,3%). A livello sociale, è come se da noi si fossero spostate le lancette del tempo più in avanti rispetto al resto d’Europa. Il cosiddetto progetto famiglia (o di vita) si vara dai 30 anni in su. Si spiega così un altro dato molto nostrano: abbiamo le mamme più anziane d’Europa, con il record di parti over 50. Oltre 40 mila bambini nascono infatti da donne che hanno più di 40 anni. Quelli nati da giovani ventenni (20-24) nel 2014 sono stati circa 46 mila (erano 52 mila nel 2007) contro i 125 mila nel Regno Unito e 109 mila della Francia (le mamme tra i 25 e 29 anni sono la metà delle francesi). In Italia fanno sempre discutere le sentenze che obbligano il genitore a sostenere il figlio maggiorenne. La legislazione del resto lo prevede anche in un Paese meno mammone come la Germania. Ma con differenze. In Italia, per esempio, si è costretti a mantenere uno studente universitario di 24 anni a prescindere dai risultati. E anche un figlio trentenne che rifiuta un lavoro perché ritenuto non idoneo alle proprie aspettative. In Germania una volta completata la formazione il figlio ha tre mesi di tempo per cercarsi un lavoro, qualunque esso sia. Dopodiché il genitore si «libera». E il figlio si trasforma in adulto, andandosene di casa.