domenica 23 ottobre 2016

Corriere 23.10.16
Dove sono i giovani destinati a migrare
di Danilo Taino

Per un giovane, il Paese migliore nel quale vivere è la Germania. Lo sostiene uno studio del segretariato del Commonwealth britannico che ha condotto l’analisi su 183 Nazioni e su questa base ha sviluppato un indice (Global Youth Development Index and Report 2016). L’Italia è alla posizione 37 , superata da quasi tutti i Paesi europei e da alcuni in via di sviluppo (per esempio, Cile, Colombia, Malesia, Costa Rica). Come tutti gli indici, anche questo è discutibile. Ciò che lo rende interessante è però l’approccio: attraverso 18 indicatori che compongono 5 grandi categorie, cerca di individuare le precondizioni utili allo sviluppo dei giovani, tra i 15 e i 29 anni. Il primo posto della Germania, per dire, è dato dal fatto che occupa la prima posizione per partecipazione politica, la seconda per opportunità di lavoro, l’ottava per livello d’istruzione, la ventottesima per salute e benessere, la trentasettesima per partecipazione civica. L’Italia, invece, è alla posizione 37 perché è al posto 10 per salute e benessere, al 38 per istruzione, al 67 per opportunità di lavoro, all’ 88 per partecipazione politica, al 102 per partecipazione civica (livello quest’ultimo che solleva qualche perplessità). Nelle prime 10 posizioni, dopo la Germania, ci sono nell’ordine Danimarca, Australia, Svizzera, Regno Unito, Olanda, Austria, Lussemburgo, Portogallo, Giappone. Com’è ovvio, con l’eccezione Portogallo, sono i Paesi più ricchi a dare più prospettive ai giovani. L’aspetto più interessante dello studio del Commonwealth, però, sta probabilmente in altre statistiche. Nel mondo ci sono 1,8 miliardi di 15-29enni, circa un quarto della popolazione totale. Il 4% vive nell’America del Nord, il 3% nell’America centrale e nei Caraibi, il 3% nell’America del Sud, il 6% in Europa, il 3% in Russia ed Eurasia, il 7% in Medio Oriente e Nord Africa, il 15% nell’Africa subsahariana, il 26% nell’Asia del Sud, il 29% nell’Asia-Pacifico: l’ 87% sta in Paesi in via di sviluppo. L’Italia e la Spagna sono le due Nazioni che in assoluto hanno la proporzione minore di giovani rispetto al totale, il 15% . Le tendenze demografiche lasciano intendere che si va verso il modello italo-spagnolo, cioè che la quota globale di giovani calerà: sotto al 20% nel 2075 . È però chiaro dove le energie del mondo stanno e dove staranno nei prossimi decenni. E anche da dove partiranno le migrazioni.