Corriere 2.10.16
Fassino: Zagrebelsky sbaglia. C’è una sinistra per la riforma
«Le coalizioni? Minoritaria un’alleanza solo tra noi e Sel»
intervista di Monica Guerzoni
ROMA
Piero Fassino invita a sgombrare il campo della battaglia referendaria
dagli «argomenti impropri e strumentali che sovrastano il dibattito»,
spiega le ragioni del Sì e apre al premio di coalizione: modificare
l’Italicum per saldare un’alleanza tra Pd, sinistra di governo e centro.
Il No è in vantaggio, il Sì avrà il tempo di rimontare?
«Abbiamo
due mesi di campagna nei quali ci sforzeremo di spiegare i veri
contenuti della riforma. C’è chi, come Brunetta, chiede un voto contro
Renzi e chi chiede un voto sulla legge elettorale. A 70 anni
dall’adozione della Costituzione è normale un aggiornamento della
seconda parte».
La bufera è sul «come» aggiornare le istituzioni, non sul «se».
«Si
fa finta di non sapere che non viene toccata minimamente la prima
parte, laddove si stabiliscono i principi e i valori su cui è retta la
Repubblica. Noi punteremo sulle innovazioni della riforma, in primo
luogo il superamento del bicameralismo paritario. E ricorderemo che
nella stragrande maggioranza dei Paesi democratici il bicameralismo è
fondato sulla differenziazione delle competenze tra le due Camere. Il
modello che noi proponiamo è in vigore oggi in Germania, Francia e altri
Paesi democratici».
Per Zagrebelsky la vittoria del Sì porta dritto dalla democrazia all’oligarchia.
«Non
è vero. Basta leggere gli articoli che riguardano il presidente della
Repubblica e il presidente del Consiglio per vedere che i loro poteri
non sono assolutamente toccati».
Napolitano ha detto che Renzi ha fatto tanti errori e che molti voteranno No perché sono contro il premier.
«Non
è rispettoso degli elettori chiedere un voto per un obiettivo diverso
dall’oggetto della consultazione. Queste non sono elezioni politiche».
Se vince il No Renzi deve dimettersi, magari per tentare un Renzi bis?
«È una discussione surreale. Intanto facciamo il referendum, poi ciascuno trarrà le sue conclusioni».
Cambierete l’Italicum per ricompattare il Pd, nel timore che vinca il No?
«Io
non sono d’accordo con chi cerca di cambiare l’oggetto del referendum,
che è la Costituzione e non altro. Dopodiché, come Renzi, ritengo
legittima una riflessione sulla legge elettorale. Il ballottaggio in un
sistema tripolare altera la rappresentanza effettiva, sono per superarlo
o configurarlo in modo diverso».
Si va verso il premio alla coalizione?
«Si
può pensare a un premio di coalizione, in un modello però che non
consenta la polverizzazione e i partiti coriandolo. Serve una soglia
minima di accesso per evitare la proliferazione infinita di partitini,
il male del passato».
Per Cuperlo la coalizione disegnata su «Repubblica» da Franceschini «rompe il Pd».
«Nel
momento in cui si chiede che il premio venga dato alla coalizione,
onestà vuole che Cuperlo dica anche a quale coalizione pensa».
Di centrosinistra...
«Centrosinistra
è una parola composta da sinistra e da centro, o sbaglio? Un
centrosinistra fatto da chi? Il Mattarellum modificato della minoranza
ha come corollario un governo di coalizione. Quale coalizione hanno in
mente?».
Senza Alfano e Verdini.
«Se Alfano non piace molto,
di Verdini non se ne parla e chiunque sia in odore di centro viene
guardato con sospetto, di quale centrosinistra stiamo parlando?
Un’alleanza solo tra noi e Sel rischia di essere minoritaria nel Paese».
La scissione è inevitabile?
«Sarebbe un scelta velleitaria, i nuovi partiti non hanno mercato».
Oggi a Milano lei sarà sul palco di «A sinistra per il Sì», con altri dirigenti ex ds. È una nuova corrente?
«Non
è una nuova corrente, tanto che nell’appello ci sono uomini e donne che
nel Pd hanno collocazioni diverse. Qualcuno accredita che, se sei di
sinistra, non puoi che votare No. Noi invece siamo di sinistra e
voteremo Sì».