Corriere 17.10.16
L’Irlanda lacerata di Bobby Sands
di Antonio Carioti
Tra
le conseguenze nefaste della Brexit potrebbe esserci anche una
riaccensione del conflitto in Irlanda del Nord, poiché l’accordo
raggiunto tra lealisti protestanti e repubblicani cattolici si è molto
giovato della comune appartenenza di Londra e Dublino all’Unione
Europea. La gravità di una simile ipotesi balza agli occhi leggendo il
libro di Pierluigi Spagnolo Nel nome di Bobby Sands (L’Arco e la Corte,
pp. 160, e 15), ora riproposto dall’autore in edizione aggiornata e
ampliata, con in appendice un manuale di guerriglia dell’Ira risalente
al 1956. Attraverso la vicenda del famoso militante repubblicano,
detenuto per i suoi legami con la lotta armata e morto nel 1981 in
seguito a uno sciopero della fame dopo essere stato eletto al Parlamento
britannico, Spagnolo ci fornisce un quadro eloquente del vicolo cieco
in cui l’odio settario aveva condotto le sei contee irlandesi rimaste
nel Regno Unito. Da questo punto di vista la posizione intransigente di
Sands, ora rievocata dal regista Brendan J. Byrne nel docufilm 66 Days ,
rischia però di essere un modello fuorviante, pur con il rispetto che
si deve al suo coraggio e al suo ingegno. L’unica salvezza, a Belfast, è
proseguire nell’arte del compromesso.