Corriere 17.10.16
Referendum, lite tra D’Alema e i verdiniani
L’ex premier: col Sì Ala al governo. La replica: lui era alleato di Mastella
Oggi primo verdetto del Tar
di D. Mart.
ROMA
Il Tribunale amministrativo del Lazio (Tar) oggi decide — Seconda
sezione bis presieduta da Elena Stanizzi — sui ricorsi di Sinistra
italiana e del M5S (patrocinati, tra gli altri, dall’avvocato Enzo
Palumbo) che mettono in dubbio la legittimità del decreto con cui è
stato convocato dal governo il referendum costituzionale del 4 dicembre.
A seguire, giovedì 20 ottobre il giudice ordinario ha fissato al
Tribunale di Milano l’udienza sollevata dai ricorsi degli avvocati
Bozzi, Tani e Besostri che praticamente viaggiano in parallelo con il
ricorso dell’ex presidente della Consulta Valerio Onida che sarà
discusso il 27 ottobre: davanti al Tribunale viene contestata la
violazione del diritto riservato all’elettore di poter votare
liberamente per esprimersi su quesiti referendari chiari e completi.
Il
calendario delle udienze, dunque, è fitto. Ma già stasera potrebbe
esaurirsi il primo filone. Nel 2008, infatti, il Tar e il Consiglio di
Stato dichiararono inammissibile il ricorso contro la legittimità del
decreto di indizione dei comizi elettorali del «Porcellum» con la
seguente motivazione: «L’atto non è impugnabile perché è a contenuto
vincolato». Dunque, anche con il decreto che convoca il referendum(che
si può scrivere in un solo modo, a parte la data della consultazione),
il giudice amministrativo potrebbe scegliere di non pronunciarsi in via
incidentale tanto da ritenere più che remota l’ipotesi di una
sospensione degli effetti del decreto di convocazione del referendum con
rinvio degli atti alla Corte costituzionale. Si vedrà, poi, cosa
succederà al tribunale di Milano dove le probabilità teoriche che il
giudice entri nel merito del ricorso sono più alte.
Tutto questo
succede mentre si è consumata l’ennesima domenica di campagna
referendaria (ne mancano ancora sei) con scambi di accuse tra il fronte
del Sì e del No. Massimo D’Alema è tornato far sentire la sua voce: «Il
Pse si è schierato per il Sì al referendum costituzionale, buon ultimo
dopo l’ambasciatore americano, Jp Morgan, Confindustria e la signora
Merkel. Tutti questi signori, compreso il Pse, dovrebbero farsi i fatti
loro e rispettare il popolo italiano», ha detto l’ex premier a «In ½
Ora» di Lucia Annunziata. D’Alema ha aggiunto che, se vince il Sì,
«Verdini entra nel governo» e si «consolida» il partito della Nazione.
La replica di Ala: «Lui ha governato con Mastella e Buttiglione».
Dal
fronte del Sì, invece, si continua a insistere sull’utilità della
riforma: «Bisogna ridare credibilità alle istituzioni e ridurre costi
della politica, anche per questo il 4 dicembre al referendum sulla
riforma costituzionale basta un Sì», ha detto a Milano il senatore del
Pd Franco Mirabelli. C’è poi la campagna renziana per pescare voti a
destra con il corredo di repliche da Forza Italia. «Se vince il Sì — ha
detto Mara Carfagna — passa una riforma profondamente sbagliata».