lunedì 17 ottobre 2016

Corriere 17.10.16
Da Ceccanti a Pancho Pardi, i professionisti del comizio che si sfidano sulla riforma
Centinaia di appuntamenti per l’Italia fino al 4 dicembre
di Dino Martirano

ROMA Prima di volare oggi a Washington per una visita di Stato, il presidente del Consiglio spenderà molte ore — lontano da Palazzo Chigi — per il suo «Grand Tour» referendario che, questo lunedì 17 ottobre, lo porta a Firenze, Pisa e Pistoia. Poi, di ritorno dagli Usa, si riparte: con altre decine di tappe in giro per l’Italia fino al 2 dicembre, giorno in cui si chiuderà la campagna per il referendum costituzionale sul quale il premier Matteo Renzi si gioca molto, per non dire tutto. E come dicono alcuni dei suoi collaboratori, «fa così perché solo lui è capace di rastrellare voti per il Sì...».
Eppure, la campagna «verticale» per il Sì inizialmente impostata da Renzi — lui e il ministro Maria Elena Boschi soli contro tutti — si è gradualmente allargata a diversi parlamentari dem e costituzionalisti favorevoli alla riforma, che fanno su è giù per l’Italia come palline sparate in un flipper. Per ora, il record di incontri per il Sì pare se lo sia aggiudicato il professore di diritto pubblico comparato Stefano Ceccanti che per il 2 dicembre avrà piazzato 160 bandierine sul suo blog: tutti i capoluoghi toscani(Ceccanti è di Pisa ma insegna alla «Sapienza» di Roma), Marina di Ragusa, Trento, Napoli, Torino, Genova. «Dalle parrocchie romane, alle chiese evangeliche di Firenze e all’Anpi di Marzabotto — snocciola Ceccanti che è stato senatore del Pd — fino alla facoltà “Sciences Po” di Parigi dove ci sarà un confronto con Enzo Cheli che sostiene le ragioni del No».
Per il No, invece, la campagna referendaria «orizzontale» non ha cambiato marcia. Fin dall’inizio, i comitati contrari alla modifica dei 47 articoli della Costituzione votata dal Parlamento hanno messo in campo truppe scelte in ogni angolo d’Italia. Dalla sua casa alle porte di Firenze, anche due volte a settimana parte l’ex senatore dell’Idv Pancho Francesco Pardi che in auto ha già macinato migliaia di chilometri. «Ho coperto 41 date in altrettante città e in programma ne ho altre 15. Sono stato a Casale Monferrato, Prato, Palermo, Acireale, San Benedetto del Tronto, Lugo di Romagna — elenca Pardi che il 17 novembre sarà alle porte di Pontassieve a poche centinaia di metri dalla casa di Renzi —, mi chiamano dai comitati locali persone che io non conosco ma che mi conoscono fin dai temi dei Girotondi».
Da Napoli, invece, il fronte del No ha sguinzagliato l’ex senatore Ds Massimo Villone (è professore emerito di diritto costituzionale alla Federico II) che ha nel suo programma circa 130 date: «Renzi è molto bravo da un punto di vista della comunicazione, un po’ meno come presidente del consiglio, e ha un vantaggio perché va tanto in televisione dove può parlare di legge di stabilità e di pensioni». Molte attive per i comitati del No anche l’avvocata Anna Falcone e la costituzionalista Lorenza Carlassare: «La prima impressione che si ricava andando in giro per l’Italia — spiega Falcone — è che le persone siano ancora molto poco informate su contenuti della riforma». Per il No, poi, è molto richiesta la presenza di Massimo D’Alema (che ha fatto confronti diretti con Nardella, Gentiloni e Giachetti), dell’avvocato Guido Calvi, del senatore Gaetano Quagliariello e del procuratore di Torino Armando Spataro.
Nella sua impostazione più allargata, la campagna per i Sì ha risposto con alcuni parlamentari di rango: i capogruppo Ettore Rosato e Luigi Zanda, la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli e la presidente di commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro: «Ho l’impressione — spiega Zanda che insieme a Luigi Berlinguer sta battendo molto sulla Sardegna — che la gente che ci ascolta sia assetata soprattutto del merito della riforma e chi la butta in rissa politicista prima o poi avrà a che pentirsene».