Corriere 15.10.16
Scelta comunicata a luglio
Polizia aerea già in azione
Nessun voto in Parlamento
Ma il governo insiste sulla «volontà di dialogare»
di Fiorenza Sarzanini
ROMA
Il Parlamento è stato informato della missione italiana in Lettonia il
26 luglio scorso. È stato il ministro della Difesa Roberta Pinotti — due
settimane dopo il vertice di Varsavia convocato il 9 luglio proprio per
riesaminare l’impegno della Nato nelle aree di crisi — a confermare
l’invio di una compagnia composta da 140 soldati al confine con la
Russia nel 2017. Componenti di un contingente più ampio, da 4 a 6 mila
militari, in cui l’apporto più consistente proverrà da Stati Uniti e
Gran Bretagna che invieranno almeno mille uomini ciascuno. Inizialmente
sarà a guida canadese, secondo quanto concordato nella riunione tra capi
di governo alla quale aveva partecipato il presidente Matteo Renzi
concedendo il proprio assenso. In quell’occasione fu proprio il premier a
sottolineare «il bisogno della Nato di unità e coesione per affrontare
le nuove sfide sul terreno della sicurezza, dalla lotta al terrorismo al
cybercrime ».
I 140 soldati ad Adaz Camp
Il battaglione
multinazionale avrà un comando a rotazione che, dopo il Canada,
coinvolge Stati Uniti, Regno Unito e Germania. Sarà di stanza ad Adazi
Camp e avrà il compito di presidiare i confini, così come era stato
chiesto dai Paesi del blocco dell’Est nel timore di avanzamenti della
Russia. I 140 soldati italiani dovrebbero provenire dall’Esercito. I
dettagli si stanno mettendo a punto e non è escluso che si possano
impiegare anche altri reparti. Bisognerà attendere l’approvazione dei
piani di intervento per stabilire quali siano le necessità indicate
dalla Nato e scegliere di conseguenza i reparti da inviare. In Lettonia
insieme agli italiani ci saranno canadesi e portoghesi. In Estonia
andranno i soldati britannici, mentre in Lituania si è deciso di
schierare le forze tedesche.
La missione di «polizia aerea»
Fino
a qualche mese fa sono stati impegnati per la sorveglianza delle
frontiere nei Paesi baltici quattro velivoli dell’Aeronautica che hanno
partecipato a una missione di «polizia aerea» durata circa un anno. Su
questa volontà di essere parte attiva nell’Alleanza, Pinotti è stata
esplicita nel suo intervento di fine luglio di fronte alle commissioni
Esteri e Difesa del Senato in seduta congiunta e ha dichiarato:
«L’Italia non si è mai tirata indietro; ha sempre partecipato,
attivamente e convintamente, alle scelte che riguardano l’Alleanza
Atlantica, e ha sempre onorato gli impegni che da esse discendono.
Naturalmente,
il Parlamento sarà pienamente coinvolto quando si tratterà di definire
la consistenza, la durata e gli oneri della nostra partecipazione».
Dunque quando i dettagli saranno decisi, ci sarà una nuova informativa
che servirà a rendere edotto il Parlamento sugli aspetti tecnici, mentre
sono già stati illustrati quelli politici ma nessun voto perché — come
viene sottolineato in ambienti della Difesa — «la scelta è già stata
comunicata e rientra nella natura della partecipazione alla Nato».
La sicurezza nei Baltici
Nella
relazione di tre mesi fa della stessa Pinotti viene sottolineata
«l’attenzione della Nato verso gli sviluppi ad est, adottando misure
definite “di rassicurazione” per gli alleati orientali». E dopo aver
evidenziato «le difficoltà nel dialogo con Mosca evidenti da alcuni
anni, in particolare dopo il conflitto in Georgia, nel 2008, e più
ancora con l’annessione della Crimea e il conflitto nel Donbas» insiste
sulla «volontà dell’Italia e non solo, di mantenere ben aperto il
dialogo con la Russia che rappresenta un partner fondamentale per la
sicurezza in Europa e per la lotta al terrorismo. Non possiamo
permetterci di alzare nuovi muri, né proporre nuove contrapposizioni
anti storiche e dannose per tutti».