Corriere 15.10.16
Soldati italiani schierati sul Baltico. L’ira della Russia: politica distruttiva
Grillo attacca: decisione sconsiderata, ci espone a un pericolo mortale. Critici Meloni e Salvini
di Fabrizio Caccia
ROMA
Le decisioni prese a luglio scorso dal vertice Nato di Varsavia («il
momento più importante dalla fine della Guerra Fredda», lo definì Barack
Obama) ora passano alla fase operativa. Da maggio del 2017 inizierà il
dispiegamento nell’area del Mar Baltico, al confine orientale
dell’Europa con la Russia di Putin, di una forza di deterrenza composta
da 4 «battle groups», per un totale di 4 mila militari. Gli Stati Uniti
schiereranno le loro truppe (circa mille uomini) in Polonia, il Regno
Unito in Estonia, la Germania in Lituania, il Canada in Lettonia. E qui
anche l’Italia farà la sua parte.
Già a luglio — lo scrisse il
Corriere — fu il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ad annunciare
che il nostro Paese avrebbe messo a disposizione «fino a 150 uomini». La
conferma è arrivata ieri in un’intervista a La Stampa dal segretario
generale della Nato, Jens Stoltenberg e poi, al Nato Defense College di
Roma, dal nostro ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni: «L’Italia
invierà nei prossimi mesi 140 soldati in Lettonia per partecipare alla
forza Nato a guida canadese». Più tardi, nel consueto incontro di
aggiornamento con Sergio Mattarella al Quirinale, pare che lo stesso
Renzi, ricordando il vertice di luglio, abbia scherzato col Capo dello
Stato: «Si stava progettando il piano di invasione della Russia...».
In
realtà, i rapporti Nato-Russia sono sempre più tesi: «Durante le ultime
settimane — ha detto ieri Stoltenberg — la Russia ha dispiegato sistemi
di missili vicino alle frontiere dell’Alleanza» e Mosca appare «sempre
più impositiva a imprevedibile». «Ma queste decisioni non influiscono
sulla linea del dialogo», assicura il ministro Gentiloni. «Noi pensiamo
che con la Russia si debba dialogare», sottolinea pure il ministro della
Difesa, Roberta Pinotti.
La prima reazione che arriva dal
Cremlino, attraverso le parole della portavoce del ministero degli
Esteri russo, Maria Zakharova, interpellata dall’agenzia Ansa , suona
però come un duro contrattacco alla Nato: «La sua politica è
distruttiva. L’Alleanza atlantica è impegnata nella costruzione di nuove
linee di divisione in Europa invece che di profonde e solide relazioni
di buon vicinato». Anche in Italia, la notizia viene accolta da molti
malumori, non solo in seno alle opposizioni: «Francamente, più di un
dubbio sul senso dell’improvvisa scelta di schierare truppe Nato in
Lettonia al confine con la Russia», interviene su Twitter l’ex
presidente del Consiglio, Enrico Letta. Twitta pure Beppe Grillo: «Con
M5S al governo No soldati italiani al confine con la Russia». Poi lancia
l’hashtag #iovogliolapace con un post al vetriolo: «Renzi e Napolitano
chinano la testa ma questa azione è sconsiderata, espone gli italiani a
un pericolo mortale ed è stata intrapresa senza consultare i cittadini.
Ci riporta indietro di 30 anni». «Il governo riferisca subito alla
Camera», è l’appello della presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia
Meloni. Caustico, il leader della Lega, Matteo Salvini: «Chi fa prove di
guerra con la Russia è matto o è in malafede. Armi e soldati usiamoli
contro l’Isis, non contro chi lo combatte».