Corriere 13.10.16
Germania
Trovato impiccato il sospetto terrorista
Si parla di suicidio. Il fatto che abbia potuto impiccarsi apre però interrogativi sui controlli all’interno del penitenziario
di Danilo Taino
BERLINO
Il presunto terrorista siriano arrestato lunedì dalla polizia tedesca
dopo una caccia all’uomo di due giorni, Jaber al-Bakr, è stato trovato
morto ieri sera nella sua cella del carcere di Lipsia. Impiccato. Si
parla di suicidio e pare che nelle scorse ore avesse dato segni di
volere togliersi la vita. Era dunque sotto osservazione continua, o
avrebbe dovuto esserlo, e il fatto che abbia potuto impiccarsi, come
sostengo le autorità, solleva interrogativi sulla dinamica degli eventi e
sull’efficienza dei controlli ai quali era sottoposto: dalle prime
notizie circolate, pare che fosse guardato solo una volta ogni ora.
Al-Bakr,
un profugo siriano arrivato in Germania nei primi mesi del 2015 dove
aveva ricevuto lo status di rifugiato, era stato sotto osservazione
della polizia per mesi, sospettato di fare riferimento a organizzazioni
militanti islamiche. Al momento di arrestarlo nella sua casa di
Chemnitz, sabato scorso, era riuscito a fuggire: le forze dell’ordine
avevano trovato nell’appartamento un chilo e mezzo di esplosivo Tatp e
indicazioni sulla base delle quali si sospetta che stesse preparando un
attentato suicida a un aeroporto di Berlino questa settimana. La sua
ricerca era durata fino a quando, due giorni dopo, tre connazionali
siriani, anch’essi rifugiati, ai quali aveva chiesto aiuto e rifugio lo
avevano immobilizzato e avvertito le autorità della sua presenza nella
loro casa di Lipsia.
Arrestato lunedì, nei giorni scorsi pare
avesse dato segni di perdita di controllo, iniziato uno sciopero della
fame e avesse anche sostenuto che i tre siriani che l’hanno messo fuori
combattimento fossero in realtà conniventi e non gli eroi di cui hanno
parlato le autorità tedesche, compresa Angela Merkel, e i media. I
procuratori di Karlsruhe, che guidano le indagini, non hanno voluto dire
se credessero a quanto da lui sostenuto o se, come possibile, egli
cercasse solo di vendicarsi dei tre connazionali che a suo modo di
vedere l’hanno tradito.
Il suicidio di ieri apre naturalmente un
fronte di polemiche destinate a farsi forti nei prossimi giorni.
Soprattutto sulla capacità delle forze dell’ordine di fare fronte alla
lotta al terrorismo in modo serio: si sospetta che al-Bakr fosse in
contatto con l’Isis e un suo interrogatorio avrebbe potuto risultare nei
prossimi mesi utile per verificare la consistenza della presenza di
cellule terroriste in Germania e i modi e i tempi con i quali si era
radicalizzato. Tra l’altro, dopo essere arrivato in Germania una prima
volta, pare sia tornato in Siria, via Turchia, e questo aveva
probabilmente insospettito gli investigatori, che però non erano
intervenuti fino a sabato scorso.
Che al-Bakr fosse pronto a
suicidarsi è anche testimoniato dal fatto che nella sua casa di Chemnitz
fosse stato trovato un cinturone da kamikaze quasi pronto all’uso. Gli
avvocati d’ufficio parlano di «uno scandalo giudiziario». E ieri sera
rappresentanti di un po’ tutti i partiti politici tedeschi chiamavano in
causa le responsabilità delle autorità della Sassonia, il Land di
Lipsia, e si domandavano come sia possibile suicidarsi quando si è
osservati speciali.