Corriere 12.10.16
Come parlare del papa in tv e sulla stampa
risponde Sergio Romano
Saprebbe
spiegarmi — e spiegare ai suoi lettori — per quale motivo la stampa
italiana, e soprattutto la televisione, pubblica e commerciale, danno un
così smisurato spazio a tutto ciò che il Papa fa o dice, anche quando
si tratta di cose di normalissima amministrazione e di scarsissimo
interesse obiettivo? Quali sono le ragioni «storiche» di una attenzione
che, fra l’altro, contrasta con la rapida secolarizzazione della società
italiana e con il fastidio di molti per gli scandali e i privilegi
vaticani?
Carlo Troilo
Una parte dell’attenzione
riservata al Papa mi sembra giustificata dal suo stile e dalle sue
dichiarazioni. Non è facile ignorare un Pontefice che a proposito della
omosessualità dice pubblicamente, parlando con i giornalisti a bordo di
un aereo, «Chi sono io per giudicare». Non è stato il primo e non sarà
l’ultimo dei suoi sorprendenti interventi pubblici. In un libro recente
pubblicato da Laterza (Le parole del Papa. Da Gregorio VII a Francesco
), Alessandro Barbero ricorda che Francesco, quando parla ai giovani in
spagnolo, li esorta a «hacer lio». È una espressione argentina che molti
traducono prudentemente con «fare chiasso» e che dovrebbe essere
tradotta più correttamente secondo Barbero, con «fare casino».
Populismo? Demagogia? O un nuovo linguaggio per parlare a generazioni
postmoderne cresciute fra tweet e Facebook? Un nuovo stile per
riconquistare l’attenzione di coloro che si stavano progressivamente
allontanando dalla Chiesa? Confesso che vi sono stati momenti in cui il
Papa mi è sembrato un caudillo latinoamericano, la versione aggiornata
di quella «teologia della liberazione» che la Chiesa di Giovanni Paolo
II e di Benedetto XVI ha combattuto per più di tre decenni. Ma mi chiedo
se sia possibile ignorare lo stile di un uomo che una larga parte della
popolazione mondiale (un miliardo e 270 milioni) considera un capo
spirituale.
Sono invece d’accordo con lei, caro Troilo, quando i
mezzi di informazione danno grande spazio a eventi papali che sono
soltanto tradizionali cerimonie liturgiche o impegni pubblici che
appartengono agli obblighi sociali di un Pontefice. È davvero importante
sapere che il Papa ha fatto visita a una parrocchia romana e ha
ricevuto in Vaticano un gruppo di sportivi o i rappresentanti di una
delle numerose corporazioni italiane? In questi casi il Papa non viene
trattato come un leader spirituale, ma come un sovrano nei tempi in cui
esistevano Gazzette di corte dove la giornata pubblica di un monarca
veniva sempre minuziosamente descritta. Non mi sorprende che questo
accada nella cronaca romana di un giornale. Mi sorprende invece quando
questi avvenimenti sono considerati «notizie» da una televisione
nazionale.