Repubblica 5.10.16
“Progettati per vivere fino a 122 anni” ecco il limite alla longevità dell’uomo
La nostra aspettativa di vita si allunga a ritmi sempre più lenti, scopre una ricerca su Nature: “Siamo ormai vicini al tetto”
Ma gli esperti di invecchiamento rilanciano: “Se c’è un muro noi lo abbatteremo”
di Elena Dusi
ROMA.
Vivremo “solo” 122 anni. Oltre non è possibile andare: è scritto nel
nostro orologio biologico. La tesi arriva da Jan Vijg dell’Albert
Einstein College di New York su
Nature.
Come il nostro corpo
non è costruito per correre a cento all’ora, così non riusciremo mai a
superare il limite imposto dal nostro “metronomo biologico”, rafforza il
concetto in un editoriale Jay Olshansky dell’università dell’Illinois.
Lo
studio parte dall’analisi demografica dell’oggi. La donna più anziana,
la francese Jeanne Calment, è morta a 122 anni nel 1997. Da allora è
aumentato il numero di centenari nel mondo, eppure nessuno ha superato
il suo record, come ci si sarebbe, invece, attesi. Dal 1997 «i guadagni
si stanno riducendo, in termini di aspettativa di vita dei superanziani »
scrivono Vijg e colleghi. «Evidentemente esiste un limite alla
lunghezza della vita umana ». Anno dopo anno, dopo la morte di Jeanne
Calment, il record di longevità si è andato abbassando. Oggi appartiene a
un’italiana, Emma Morano, che ha “appena” 116 anni.
Lo studio,
basato su registri demografici, è stato accolto come una provocazione
dalla vivacissima comunità dei biologi che da una ventina d’anni si
dedica alla manipolazione di quel metronomo. «Esiste un muro? E noi
proveremo a superarlo» replica Claudio Franceschi dell’università di
Bologna, coordinatore del progetto europeo Nu-Age su cibo e
invecchiamento e referente per l’Italia di quello Mark-Age per trovare
un marcatore dell’età biologica rispetto a quella anagrafica. «Nel verme
C.elegans abbiamo allungato la vita di 10 volte, nel moscerino della
frutta di 2, nel topo del 30%. L’uomo è un organismo più complesso, ma è
ovvio che esistano strade per estendere la vita, soprattutto quella
trascorsa in salute. Non esiste alcun programma genetico che a un certo
punto ci ordini di morire».
Le strade per abbattere il muro, o
anche solo per spostarlo più in là, sono diverse. Una è la dieta: si è
visto che in molte specie animali una restrizione calorica del 30% (un
regime prossimo all’inedia, poco adatto agli umani) attiva meccanismi
genetici che allungano la vita. Franceschi ha da poco pubblicato uno
studio su
Current Biology che dimostra come molti centenari
abbiano una composizione particolare dei batteri intestinali, ricca di
alcune specie e povera di altri: «Quando capiremo il perché, riusciremo
forse a sintetizzare le sostanze prodotte da quei batteri buoni». Delle
pillole, come surrogati della restrizione calorica, capaci di attivare
gli stessi meccanismi genetici, sono già in sperimentazione: le più
importanti sono rapamicina e metformina. E prima ancora che la scienza
abbia rischiarato il cammino, il business dei faramci allunga-vita è
esploso. Google, nel 2013 ha fondato la Calico “per capire meglio la
biologia che controlla la durata della vita”.
Che il “metronomo
biologico” non batta per tutti allo stesso ritmo - e che dunque ognuno
abbia il suo muro individuale - è stato dimostrato da Steve Horvath. Il
bioinformatico dell’università della California nel 2013 ha scoperto un
metodo preciso quasi al 100% (basato sulla metilazione, ovvero sulla
capacità di accendersi e spegnersi dei vari geni) per calcolare
l’invecchiamento. «I 105enni che ho studiato - spiega Franceschi -
avevano un’età biologica di 8 anni inferiore a quella anagrafica. Lo
stesso valeva per i loro figli ». Per Luigi Fontana, esperto di
restrizione calorica e invecchiamento all’università di Brescia e alla
Washington University, ad allungare la vita dovremmo anzi dedicarci con
più impegno: «Oggi siamo abituati a diagnosticare malattie e curarle con
farmaci o chirurgia. Dovremmo invece imparare a conoscere i meccanismi
molecolari dell’invecchiamento per prevenirli. Risparmieremmo soldi e
guadagneremmo salute».
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Nessuno ha
superato il record di Jeanne Calment. Ma i centenari sono sempre di più
Tagliare le calorie del 30% attiva i meccanismi genetici che scacciano
le cause di morte