martedì 6 settembre 2016

Repubblica 6.9.16
D’Alema: con il No stop al Partito della Nazione
Iniziativa per lanciare la campagna sul referendum e sfidare Renzi. “Un pastrocchio che spacca il Paese” Polemica sul voto a dicembre: “Cercano la prescrizione...”. L’assemblea di Roma disertata dalla sinistra del Pd
GIOVANNA CASADIO A CAMPO DE’ FIORI
ROMA.
La molla forse scatta. «E se scatta, allora il No vince». Massimo D’Alema lo confida salendo sul palco del raduno del “centrosinistra per il No” al referendum, che ha convocato a Roma in un paio di mesi. Con soddisfazione può sostenere: «Abbiamo sbagliato, abbiamo cambiato tre volte luogo perché abbiamo avuto bisogno di un posto molto più grande, abbiamo sottovalutato la spinta alla partecipazione, del resto non potevamo essere insensibili... ». Sarcastico, il lider Massimo. E accolto dagli applausi dei 300 (fuori altri premono) in platea al cinema Farnese. Parla di riunione organizzativa per bocciare il referendum costituzionale che doveva essere a ottobre, poi a novembre ora forse la prima settimana di dicembre e perciò subito attacca: «Trovo sgradevole che il governo non dica la data, perché dà la sensazione di una furbizia ». Renzi aveva fatto sapere: «Data decisa entro il 13 ottobre, secondo i tempi previsti».
Ma sono merito e questioni politiche che proprio non vanno per D’Alema. Nel merito. «Questo è un pastrocchio che spacca il paese... L’escalation era il Sì e poi le elezioni, ora non si sa più cosa fare». Quindi una controproposta in tre punti: «Non una legge D’Alema, la stanno scrivendo costituzionalisti ». Sulla prospettiva politica: «Il partito di Renzi, il partito della nazione, progetto dannoso, sarà sconfitto dalla vittoria del No». Inoltre questa riforma costituzionale «non è molto diversa da quella che volle Berlusconi, peggiorandone alcuni aspetti. Per chi votò no allora, è difficile votare per questa ». La riunione dalemiana del No è organizzativa - il comitato acclama presidente Guido Calvi, ex parlamentare Ds, avvocato difensore di Valpreda, già nel Csm - un curriculum di impegno civile e militanza ma lancia anche un manifesto politico: «Non perdiamoci di vista, non solo da qui al referendum ma anche dopo». Perché c’è un vuoto: «Il Pd ha perso centinaia di migliaia di militanti e milioni di elettori, c’è un partito senza popolo e un popolo senza partito.». Però D’Alema giura che dal Pd non esce. Per ora si è preso lo spazio della sinistra dem. Che diserta la riunione e non ha ancora tratto il dado sul referendum. Non ci sono Speranza, né Bersani, né Cuperlo.
D’Alema li incalza: «Attendono che Renzi cambi la legge elettorale, ma questa iniziativa non c’è, né è stata annunciata ». Sarcastico ancora: «Io sono un ammiratore del presidente del Consiglio capace di dire qualsiasi cosa...». Ad esempio, di mettere la fiducia sull’Italicum e poi ribadire che sulle leggi elettorali decide il Parlamento: «Quando c’è un guaio è del Parlamento, i meriti del governo ». Polemiche sulla data del referendum. Calvi: «I rinvii della data sono come gli imputati in cerca di prescrizione». Infine le iniziative. Saranno coinvolti intellettuali e sindacalisti, c’è un elenco. «Ma centellino le notizie», scherza D’Alema, spiegando che ha gettato il sasso ma lui poi non vuole strafare: «No al giochino del duello con Renzi».