venerdì 30 settembre 2016

Repubblica 30.9.16
Gianfranco Pasquino
“Ma non ha più i consensi della sinistra”
di A. Cuz.

ROMA. Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza politica all’università di Bologna, crede - al contrario di Matteo Renzi - che su questo referendum «la linea più forte di divisione passi dentro la sinistra».
Non si vince a destra, quindi?
«No, perché molta parte della sinistra è contraria a questa riforma, a una legge elettorale che l’ha privata della possibilità di scegliere il suo parlamentare. E non apprezza lo stile del presidente del Consiglio».
È il fronte del No a personalizzare, come dice il premier? Eterogeneo ma unito dalla voglia di buttarlo giù?
«Fermo restando che anche il fronte del Sì è parecchio eterogeneo, è stato Renzi ad assumere un atteggiamento anche ricattatorio dopo l’approvazione della riforma. Poi è intervenuto il presidente emerito Giorgio Napolitano, che ha detto “forse c’è stato un eccesso di personalizzazione politica”. A quel punto il premier si è fatto indietro, ma ora sta rilanciando».
Siete un “fortino” di conservatori?
«Tra chi dice no ce ne sono senz’altro, ed essere conservatori costituzionali non è proprio il peggiore dei peccati. Ciascuna riforma però va valutata per quello che è: io sono favorevole al superamento del bicameralismo paritario, fatto così però crea solo confusione e conflitti. E sulle regioni, la soluzione è ristrutturarle in maniera efficace e magari eliminare l’assurdità dello statuto speciale, non riaccentrare tutto. Poi sa, la partita non finisce il 4 dicembre come vuole far credere Renzi. Ci sarà una rivincita, il Parlamento potrà prendere atto del risultato. In democrazia, nessuno perde mai tutto e nessuno vince mai tutto».