Repubblica 29.9.16
Pier Luigi Bersani
L’ex segretario avverte: “Io sto cercando di salvarlo dal baratro, ma deve proporre subito la modifica dell’Italicum”
“Renzi va verso il burrone se perde il referendum non deve dimettersi farà lui un altro governo”
Il problema è soprattutto l’Italicum: se non cambia, l’unico modo per frenare la deriva è il No
Così
vince la destra. Per me non sarà Grillo a sfruttare il disagio, ma la
destra. Berlusconi nel 1994 arrivò così, nessuno l’aveva previsto
L’onda
populista. C’è l’Ungheria, la Slovacchia, c’è Trump e tutto il resto,
secondo voi in Italia non viene giù una cosa simile?
intervista di Tommaso Ciriaco
ROMA.
«Io davvero non capisco, non me ne faccio una ragione. Come fa Renzi a
non vedere quel che sta succedendo in Europa e nel mondo? Come fa a non
sentire quel che ribolle sotto di noi... Io lo sento, lo sento. Si
comporta da irresponsabile, così finiamo nel burrone. Eppure il 2018 è
lì che arriva. E se lui dice che vince il Sì e tira dritto, senza
cambiare l’Italicum, andiamo a finire contro un muro». Pierluigi Bersani
conversa mentre scende la scalinata che conduce a un’uscita secondaria
di Montecitorio. Discute del futuro, del Pd e del referendum. «Se vince
il No Renzi non deve dimettersi, semmai farà un altro governo...». L’ex
segretario è preoccupato davvero, soprattutto dall’onda populista che
rischia di travolgere tutto. E si sfoga.
«Come fa Renzi a non
capire che ci schiantiamo? Quel che dico è quasi banale. C’è l’Ungheria,
la Repubblica Ceca, la Slovacchia. E poi ancora Trump e tutto il resto.
Secondo voi in Italia non viene giù una cosa simile? Quando nel 1994
arrivò Berlusconi, tac, chi lo sospettava? Il Paese è così. E poi c’è un
tema di rappresentanza, democrazia».
In che senso?
«Parliamo
di noi, non degli altri. Non vorrei essere io a governare con il 25%,
contro il 75% degli elettori. È impensabile in una società così
complessa. E allora insisto: come fai a non capire, che film ti stai
facendo?».
Dell’Italicum se ne discuterà la prossima settimana in una direzione Pd. Cosa deve fare Renzi per evitare la rottura?
«Ci
sono solo due cose da fare: il governo presenti una norma per
modificare l’Italicum e intervenga sull’elettività dei senatori ».
Non è irrealistico prima del referendum?
«Deve
essere prima. E Renzi non dica che “l’Italicum è ottimo, ma se c’è
qualcosa che è meglio...”, perché la maestra mi ha detto che dopo
l’ottimo non c’è niente di più. Diversamente, se non dovesse farlo, per
fermare questa deriva c’è solo il No. Referendum e Italicum sono
intimamente collegati».
Ma con il No, che anche lei potrebbe sostenere, tutto rischia di precipitare.
«L’errore
è la drammatizzazione. Non possiamo farlo diventare un’occasione per la
speculazione politica e finanziaria. Il governo non c’entra e deve
stare al suo posto. Io dico un’altra cosa: se da qui ad un anno e mezzo
passa l’idea di lasciare l’elezione indiretta dei senatori, che alimenta
con forza l’antipolitica - e resta l’Itali-cum così com’è - poi nel
2018 ci giocheremo un pezzo grande della democrazia italiana».
Uno scenario grave.
«Ho
letto l’intervista a De Benedetti. Lui, a differenza di tanti altri, la
mucca nel corridoio la vede. Il fenomeno drammatico è quello che
descrive quando parla dei rischi per le democrazie. Ha ragione su tutto,
con l’unica eccezione che a mio avviso se vince il No Renzi non deve
dimettersi. Perché accendere anche questa miccia in Europa?».
La sensazione è che siate preoccupati soprattutto dall’Italicum. È corretto?
«È il punto di fondo. È come alzare la posta quando le carte le hanno in mano altri...».
Chi favorisce?
«Così
com’è dà un’occasione alla destra. Questa legge elettorale ci porta
dritti dritti lì. E’ così in tutto il mondo, non solo in Italia. Vale
ovunque».
Da noi in realtà il candidato più vicino alla vittoria è Grillo.
«Per
me non ci sarà Grillo, ma la destra. Negli ultimi sei mesi troveranno
qualcosa. E tra immigrazione, crisi economica, fisco che non si abbassa,
finirà così. Ma non è questo il punto. Ci sarà comunque qualcuno che
prenderà in mano questo disagio».
Se votate No e vincete, non ricadrà su di voi la responsabilità di dare a Renzi un’ultima spinta verso il burrone?
«No, attenzione: io sto cercando di trattenerlo. Perché tutto questo, purtroppo, ci porta in braccio a questa robaccia».
Ma davvero pensa che se vince il No sia possibile un governo di larghe intese con voi e Berlusconi, senza Renzi?
«Intanto, per me non deve dimettersi. E comunque non è come dice, semmai un governo lo farebbe Renzi».
Ma sarebbe politicamente morto.
«Perché,
se invece perde e si dimette cosa succede? No guardi, non è proprio il
momento di alzare la posta, nella situazione che si sta vivendo in
Europa e nel mondo. Se invece prendono questa deriva, poi il giorno dopo
non vengano a cercarmi».