giovedì 29 settembre 2016

Repubblica 29.9.16
La falsa scienza stia lontana dalle istituzioni
di Elena Cattaneo
L’autrice è docente all’Università di Milano e senatrice a vita

L’EVENTO sul documentario antivaccinista Vaxxed non si farà, tutto merito della moral suasion del Presidente del Senato della Repubblica e dell’indignazione di studiosi, intellettuali, comunicatori della scienza e cittadini. Tutto bene quel che finisce bene? Forse non del tutto. Riavvolgiamo il nastro. Martedì sera, a poche ore dall’invito recapitato a tutti i parlamentari dal senatore Bartolomeo Pepe, ho scritto al Presidente del Senato.
LO AVVERTIVO — incredula — dell’iniziativa fuori da ogni parvenza di scientificità, credibilità storica, degna del peggiore complottismo, alla quale l’Isti-tuzione da lui presieduta avrebbe, suo malgrado, dato rilievo. E di come la frode Wakefield — in un momento in cui tutte le istituzioni medico- scientifiche, a partire dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità, stanno incessantemente contrastando le sirene antivacciniste — sia ritenuta “l’evento mediatico maggiormente responsabile del recente calo delle vaccinazioni, essendo riuscita ad instillare nella popolazione, spesso attraverso false informazioni circolanti sul web, l’idea che i vaccini siano dannosi per la salute dei bambini. Qualora un simile, sciagurato, evento promozionale dovesse coinvolgere il Senato della Repubblica, ben può immaginare la pessima eco mediatica di un evento ancora più grave dell’altro analogo che le ho segnalato pochi giorni or sono”.
Sì perché, seppure di diversa tipologia, nelle medesime sale prenotate per il “documentario Vaxxed” oggi si terrà un simposio dedicato a un’alternanza di medicine tradizionali, complementari e “non convenzionali” in cui, al netto delle necessarie libertà d’indirizzo politico dei senatori e sebbene non patrocinato né dal Senato né dalla Commissione sanità, il logo del Senato, cubitale, campeggia nel programma dei lavori.
L’intento, a meno di errori, è quello di accreditare e dare autorevolezza ad attività che spesso ne difettano. Queste modalità non sono altro che la punta dell’iceberg di una galassia di persone e associazioni che utilizzando loghi e luoghi ufficiali, ad esempio di ospedali, università, etc. compiono quotidianamente un’opera di “parassitismo istituzionale” a tutto “male-ficio” di ignari malati e cittadini.
Tornando al Senato è chiaro che esiste la necessità di bilanciare le esigenze del pluralismo e la libertà dei singoli parlamentari (specie di minoranza) — principio fondante di una democrazia — con l’onorabilità e l’autorevolezza delle istituzioni. Credo sia insensato, però, avere rigorosi disciplinari per l’utilizzo del logo ed il conferimento del patrocinio, quando poi è un gioco da ragazzi ingenerare confusioni gravissime.
Date le condizioni attuali, pare evidente che le procedure di accredito possano essere rafforzate per evitare situazioni come quella di oggi. Riformarle potrebbe non essere complesso. Ad esempio esplicitando quello che l’Amministrazione ieri ha ribadito, ovvero, che questi eventi sono realizzati senza il patrocinio dell’Istituzione e che la responsabilità esclusiva dei contenuti delle iniziative è da imputarsi al senatore proponente. Inoltre bisogna considerare l’importanza delle vesti grafiche descrittive delle iniziative evitando che siano in grado di ingenerare l’impressione che quel che viene fatto “nel” Parlamento sia da associare “al” Parlamento.
Per evitare, infine, che anche i singoli si facciano promotori di tesi bislacche o pericolose, l’unico rimedio è nelle mani dei cittadini con l’espressione del voto. Un obiettivo realizzabile purché ci siano leggi elettorali che lo consentano, ed una istruzione — anche scientifica — solida e diffusa di cui troppi pensano pericolosamente di poter fare a meno.