La Stampa 29.9.16
Se I nemici dei vaccini arrivano in Parlamento
di Eugenia Tognotti
Ci
sono almeno due aspetti che sgomentano e inquietano in questa
sgangherata iniziativa della proiezione in una sede istituzionale come
il Senato del film documentario del ben noto «ciarlatano
antivaccinazione», Andrew Wakefield, «Vaccinati: dalla copertura alla
catastrofe».
Va ricordato che il film è già stato ritirato da
Robert De Niro dal festival cinematografico Tribeca, a seguito di una
poderosa protesta della comunità scientifica, delle istituzioni
sanitarie, delle associazioni mediche, di singole personalità politiche.
Il
primo aspetto riguarda la mancanza di anticorpi qui da noi (a tutti i
livelli) contro i profeti vaccinofobi e la diffidenza nei confronti
della scienza. Il secondo, strettamente collegato, è l’intatta capacità
di presa in Italia della screditatissima teoria di Wakefield sul
collegamento vaccini-autismo, clamorosamente smentito da una delle più
autorevoli riviste mediche al mondo, Lancet, e successivamente da
innumerevoli studi clinici. Che cosa resta ancora da approfondire su una
correlazione tra vaccini e autismo su cui non esiste nessuna evidenza
scientifica? La verità è che anche questa trovata dimostra come il
movimento antivaccinale sia diventato, in pieno XXI secolo, un vero e
proprio fenomeno sociale che chiama in causa fattori quali il crollo di
fiducia nelle istituzioni, l’irrazionalità, l’individualismo esasperato
che ignora il bene comune, l’antiscientismo dominante nel Belpaese, la
diffusa adesione, da parte dei movimenti antivaccini, alla teoria del
complotto, di cui farebbero parte, manco a dirlo, le voraci case
farmaceutiche produttrici di vaccini.
Incubatori di
disinformazione, Internet e i social network - non per niente, il
comunicato del senatore che ha proposto l’iniziativa compare su Facebook
- giocano un ruolo di primo piano nella diffusione di informazioni
distorte che, a dispetto di ogni evidenza scientifica, seminano dubbi e
ansie su una presunta associazione dei vaccini a vari effetti dannosi
ancora sconosciuti. Sostenendo che possono essere letali; che aumentano
il rischio di autismo e via delirando sulla pericolosità del mercurio
(non più usato). Né mancano coloro che mettono in dubbio il ruolo del
vaccino nella vittoria su un flagello come il vaiolo (l’unica malattia
eradicata dalla faccia della Terra, proprio grazie alle vaccinazioni di
massa).
Una parte dell’isteria anti-vaccinazione si nutre della
perdita della memoria dell’età pre-vaccinazione, in cui tremende
malattie come vaiolo o poliomielite, ma anche parotite e morbillo, erano
mali comuni e spesso mortali: in qualche modo, insomma, il vaccino è
vittima del suo stesso successo. Non basteranno, temiamo, le tante
proteste di queste ore - da parte delle istituzioni sanitarie, del mondo
medico, della comunità scientifica - a far naufragare l’iniziativa al
Senato come è avvenuto nel festival di Tribeca. C’è da sperare che il
dibattito che si è aperto riesca almeno a far riflettere sulla necessità
di mettere in campo mezzi e strumenti per recuperare la fiducia in
quella che è probabilmente la misura di salute pubblica più efficace
messa in campo dalla scienza moderna.