Repubblica 29.9.16
L’amaca
di Michele Serra
ERO
sulla provinciale 412, in direzione di Castel San Giovanni (Piacenza)
quando alla radio mi è sembrato di sentire Renzi sostenere che il Ponte
sullo Stretto si deve fare. Dico mi è sembrato perché il frastuono
prodotto dai continui sobbalzi sulle buche impediva di sentire bene il
giornale radio: la provinciale 412, in quel tratto, è una fetta di
gruviera. Comunque — nel caso avessi sentito bene — sono totalmente
d’accordo con Renzi: il Ponte sullo Stretto si deve fare. Dopo avere
completato almeno nelle zone ad alto rischio la messa in sicurezza
antisismica degli edifici pubblici e privati. Dopo avere dichiarato
guerra al dissesto idrogeologico sul territorio nazionale, sistemato gli
argini, monitorato le frane, rifatto i fossi e gli scolmi di ogni
ordine e grado. Dopo avere restituito efficienza, puntualità e igiene
(manca perfino quella) alle linee ferroviarie cosiddette “minori”, quasi
tutte quelle che non sono Tav; e rimesso in sesto le rispettive
stazioni ferroviarie. Dopo avere completato le tante opere pubbliche
lasciate a mezzo (ospedali, strutture sportive, caserme, tribunali).
Dopo avere riforestato le zone incolte, o in alternativa averle
restituite alla produttività agricola e dunque a un maggiore controllo
idrogeologico. Dopo avere sistemato il manto stradale sulla provinciale
412: e tutte le sue sorelline, ovviamente.