Repubblica 26.9.16
Cina, il telescopio più grande
La Cina va a caccia di alieni con il super telescopio “Scienziati, lavorate con noi”
Si chiama Fast ed è appena stato inaugurato. Occupa un’area vasta quanto 30 campi di calcio
Una montagna spianata per far posto al colosso e 8mila abitanti della provincia di Guizhou trasferiti altrove
Pechino spende in ricerca il 2% del Pil e copre un quinto degli investimenti mondiali
di Elena Dusi
ROMA.
Hanno spianato una montagna, trasferito 8mila persone e costruito il
telescopio più grande della Terra. La Cina conferma così le sue
ambizioni di superpotenza scientifica mondiale. «Ora vogliamo mantenere
la leadership per almeno dieci o vent’anni» ha dichiarato Yan Jun,
direttore generale dei National Astronomical Observatories of China,
ieri all’inaugurazione di Fast, il più grande occhio dell’uomo puntato
sul cosmo.
Il Five-hundred-meter Aperture Spherical Telescope ha
500 metri di diametro (il detentore del precedente record ad Arecibo
arriva a 300), la superficie di 30 campi di calcio e 4.450 specchi. È
stato costruito in 5 anni con un costo (dichiarato) di 160 milioni di
euro. Capterà le onde radio emesse da stelle, galassie e nebulose. O
magari da qualche alieno. Per far sì che i segnali di origine terrestre
non si mescolino con quelli spaziali ha bisogno di un “silenzio radio”
per un raggio di 5 chilometri. Ragion per cui gli 8mila abitanti di
questa remota regione del sud-ovest, nella provincia di Guizhou, sono
stati presi e trasferiti.
«Accetteremo proposte da scienziati
stranieri interessati a lavorare con noi» ha ammesso Nan Rendong,
direttore della ricerca di Fast, conscio che la leadership guadagnata
con il supertelescopio non corrisponde a una leadership in fatto di
scienziati in carne e ossa. Penalizzata forse dalla Rivoluzione
Culturale, la Cina oggi fa l’impossibile per rilanciarsi. Nel 1998 ha
lanciato il “programma 985”, raddoppiando investimenti e posti negli
atenei. Dieci anni più tardi ha fatto partire il progetto “mille
talenti” per riportare in patria, a suon di yuan, i ricercatori cinesi
all’estero. Pechino oggi spende in ricerca il 2% del Pil e copre un
quinto degli investimenti scientifici del mondo. Ha raggiunto gli Stati
Uniti per numero di pubblicazioni specialistiche e sforna un quarto dei
nuovi laureati in scienze e ingegneria del mondo. Nel 2003 ha spedito il
primo astronauta e a metà settembre ha lanciato il secondo modulo della
sua futura stazione spaziale orbitante, il “Palazzo Celeste”, che sarà
in funzione dal 2022. Ad agosto dalla Cina era partito il primo
satellite per telecomunicazioni quantistiche a prova di hacker. «Pechino
sta costruendo un gigantesco laboratorio sotterraneo per esplorare la
fisica dei neutrini - aggiunge Plinio Innocenzi, consigliere scientifico
della nostra ambasciata - e progetta un acceleratore che dovrebbe
surclassare il Cern». In quanto a record, Fast è insomma solo l’ultimo
arrivato.
E chissà se il gigantesco telescopio non sarà anche il
primo a captare un messaggio alieno. Dal 1984 gli Stati Uniti — con il
programma Seti — sono invano in ascolto di segnali radio di origine non
naturale. E se Fast dovesse per caso riuscirci? Stephen Hawking nel suo
film online, Favorite Places, suggerisce di acquattarci in silenzio.
«Loro potrebbero essere più potenti e avere per noi la stessa
considerazione che noi abbiamo per i microbi».