lunedì 19 settembre 2016

Repubblica 19.9.16
L’ex sindaco scuote la sinistra del No
La minoranza del Pd: Pisapia sulla nostra linea
Fassina: è doroteismo. Sel: sbaglia, ma parliamo
Il ministro Martina: aiuta tutti a ragionare
di Andrea Carugati

ROMA. «Caro Giuliano, il centrosinistra è morto e il tuo elogio alla ragionevolezza dorotea è fuori tempo massimo». La reazione più aspra alla linea morbida sul referendum espressa ieri su Repubblica da Giuliano Pisapia è di Stefano Fassina. L’ex responsabile economico del Pd di Bersani, ora tra i dirigenti di Sinistra italiana, su Facebook stoppa il tentativo di dialogo dell’ex sindaco di Milano, che ha espresso «disagio» per la «guerra fratricida» a sinistra. E la chiusura va ben oltre la riforma Boschi: «In quello che è stato il centrosinistra, ci sono posizioni opposte su tutti i punti cardine di cultura politica e di programma: dalla Costituzione al lavoro alla scuola, dalle tasse alle trivelle, dalla Rai alla sanità». Sulla stessa linea anche il coordinatore di Sel Nicola Fratoianni: «La battaglia per il No a una pessima riforma è decisiva nel percorso di costruzione di Sinistra italiana. Giuliano sembra dimenticare che il centrosinistra è stato cancellato da Renzi con le leggi sul Jobs Act e sulla scuola».
Diversa la posizione di Arturo Scotto, capogruppo di Si alla Camera, ex Ds, che tende la mano all’ex sindaco: «È importante confrontarsi col suo punto di vista. Nessuno di noi ha parlato di deriva autoritaria, ma questa riforma stravolge l’equilibrio tra i poteri. Anch’io penso che sia necessario ricostruire un campo del centrosinistra, ma questo passa dalla sconfitta dell’impianto renziano e dalla vittoria del No. Solo così si può riaprire la partita». Quanto al rapporto tra la riforma della Costituzione e l’Italicum, Scotto non ha dubbi: «Al di là della cortina fumogena di buone intenzioni, da Renzi non è arrivato alcun atto in direzione di una modifica della legge elettorale. Per questo continuo ad auspicare che anche Pisapia alla fine voterà No». Elogi all’ex sindaco arrivano dal ministro Maurizio Martina, promotore dell’appello «Sinistra per il Sì». «Spero che le parole importanti di Giuliano aiutino tanti a riflettere con equilibrio sulla riforma costituzionale».
Anche nella minoranza dem le parole dell’ex primo cittadino di Milano vengono accolte con favore. Certo, «gli accenti sono diversi», ammette il senatore Miguel Gotor, «ma la sostanza politica è la stessa: anche per lui il problema è il rapporto tra la Costituzione e l’Italicum». Così anche Roberto Speranza: «Pisapia pone la nostra stessa questione di fondo, e cioè che per votare Sì è necessario cambiare questa legge elettorale». A differenza di Pisapia, la minoranza Pd non sembra credere a possibili svolte del premier sulla legge elettorale. «Renzi chiede proposte alle opposizioni? Lui ha posto la fiducia sull’Italicum e a lui spetta l’iniziativa per cambiarlo. Ma ad oggi non pare avere alcuna volontà di farlo», dice Gotor. Speranza spiega che il voto sulla mozione di Si il 21 settembre «non ha grande rilevanza. Non basta una mozione per cambiarlo». Ieri sera alla festa dell’Unità di Bologna una ventina di studenti del No hanno contestato la ministra Boschi. Lei li ha invitati sul palco, ma sono stati allontanati e identificati dalle forze dell’ordine.