domenica 18 settembre 2016

Repubblica 18.9.16
Democrazia Putiniana
di Viktor Erofeev

OGGI la Russia vota per eleggere il Parlamento federale. Elezioni paradossali e perfino un po’ noiose perché non potranno in alcun caso modificare il sistema di potere. Le elezioni sono controllate dal Cremlino. E i risultati dipendono interamente dalla volontà di Putin: se il presidente non vorrà avere neanche un solo vero oppositore all’interno della nuova Duma, non ce ne sarà neanche uno. Se ne vorrà avere uno, a mo’ di finestrella per far circolare un po’ d’aria nella politica, ce ne sarà uno (nella legislatura precedente ce n’era appunto uno, Dmitrij Gudkov, un deputato indipendente e intelligente). Se invece Putin vorrà avere in Parlamento un intero gruppo di opposizione, ci sarà un gruppo di opposizione.
Difficile dire come verrà realizzato tecnicamente questo progetto di Putin, ma le schede verranno contate considerando la volontà politica del presidente. La sua volontà, d’altronde, non è chiara.
Putin è scontento della corruzione ampiamente diffusa negli ambienti di potere, persino nei più alti strati dei funzionari dell’esercito, apparentemente a lui devoti. Il presidente non riesce a sradicare la corruzione, e per giunta la Duma della scorsa legislatura, a lui fedele, si è trasformata secondo l’opposizione in una “stampante impazzita” che sforna compulsivamente leggi incoerenti perdendo ogni contatto con il buon senso. Che cosa resta da fare al povero presidente?
Aumentare la rappresentanza di una vera opposizione democratica? Finora il ruolo dell’opposizione è stato svolto da partiti favorevoli al Cremlino, tra cui i comunisti-stalinisti e il partito del clown politico Zhirinovskij, che erano ancora più putiniani di Putin. Il presidente ha davvero bisogno di un’opposizione di tipo filo-europeo, dal partito Jabloko di Grigorij Javlinskij fino a Parnas, il partito a cui apparteneva Boris Nemtsov prima di essere ucciso? Questi piccoli partiti extraparlamentari negli ultimi anni hanno talmente preso in odio Putin per via della Crimea e della guerra in Ucraina che ne esigono le dimissioni. Il loro cammino non può affiancarsi a quello di Putin.
D’altro canto, Putin desidera una legittimazione del proprio potere per proseguire nella sua politica antioccidentale. Per lui è importante dimostrare che può vincere delle elezioni regolari. Per far ciò, ha chiamato al ruolo di arbitro supremo delle elezioni federali la politica liberale Ella Panfilova, che gode della stima dell’opposizione, e ha ammesso alle elezioni i partiti dei suoi oppositori. Vero è che l’opposizione irriducibile rappresentata da Garry Kasparov e da altri politici emigrati considera le elezioni illegittime, perché si svolgeranno anche nel territorio della Crimea; gli oppositori che vi partecipano con ciò stesso riconoscono formalmente l’annessione della Crimea.
Io ritengo che in fondo queste elezioni potrebbero rivelarsi non del tutto banali, soprattutto a Mosca, dove molte persone hanno un punto di vista europeo sulla politica e dove l’opposizione potrebbe vincere con un netto vantaggio sul partito di potere Edinaja Rossija (Russia Unita), che ormai ha decisamente perso popolarità tra la gente, e (se anche non dovesse riuscire a entrare in parlamento) potrebbe farsi i muscoli per le battaglie future. Vedo che persino le autorità di Mosca non sono contrarie ad ammettere in parlamento un certo numero di oppositori. Ciò nonostante, si farà come vorrà Putin. In questo senso le elezioni saranno una dimostrazione del potere globale putiniano. Nell’epoca sovietica, ogni tornata elettorale era un trionfo della politica sovietica. Anche questa volta, nell’epoca putiniana, non ci saranno grosse sorprese. Ma a giudicare dalle persone che Putin ha nominato negli ultimi tempi agli incarichi di carattere ideologico, come il ministro dell’istruzione e i responsabili di altri ministeri, nella sua testa regna un nazionalismo sfrenato, dalle tinte aggressive. La maggior parte del popolo questa volta lo seguirà, anche se saranno sempre più scontenti della loro vita miserabile. Per le strade, stasera, si celebrerà la festa della democrazia putiniana, che in Russia ognuno interpreta a modo suo. In realtà, sarà la festa di una strada senza uscita.
L’autore è un giornalista e scrittore russo