sabato 17 settembre 2016

Repubblica 17.9.16
Gianni Cuperlo
“Il Pd dica addio al ballottaggio”
 “Serve subito una mozione parlamentare per cambiare l’Italicum”
di Andrea Carugati

ROMA. «Nei prossimi giorni il Pd è alla prova: o sulla legge elettorale assume una iniziativa o il solco si farà più profondo», spiega Gianni Cuperlo, uno dei leader della minoranza dem. «Renzi dice “aspetto proposte”? Io rispondo che una buona legge deve fondarsi su tre principi: i collegi uninominali, un premio di maggioranza per il partito o la coalizione che superi una certa soglia, e la garanzia della rappresentanza, che vuol dire misurare il consenso reale in una stagione di fuga dalle urne».
Dunque lei chiede una iniziativa autonoma dei gruppi Pd?
«Chiedo al Pd di presentare una mozione su questi principi e di sondare lo spazio per un accordo che coinvolga almeno una parte delle opposizioni, a cominciare dalla sinistra».
Il ballottaggio va eliminato? E così la certezza di avere un vincitore la sera del voto?
«Il ballottaggio nazionale non funziona. E in un sistema tripolare si rischia un premio di maggioranza smisurato e incostituzionale. La governabilità va incentivata, ma non può in una repubblica parlamentare andare a scapito della rappresentanza».
Come valuta l’incontro tra Renzi e il presidente Anpi Smuraglia?
«È stata una discussione civile ed è sempre un bene. Poi a me stringe il cuore vedere che Pd e Anpi sono su frontiere opposte. Ma se guardo all’Italia dopo 8 anni di crisi, pensare che la cura sia ridurre la navetta tra Camera e Senato significa vivere sulla luna. Il Paese è fermo, la strategia economica del governo è imballata. Servirebbero investimenti pubblici, misure fiscali shock per dare a chi ha di meno. Non bastano i bonus».
Il Pd appare sempre più vicino a una rottura sul referendum.
«Sarebbe irresponsabile leggere il referendum come il modo per liquidare il dissenso largo che c’è. Non mi convince neppure l’idea che il No sia l’Armageddon per liberarsi del premier. Io difendo il pluralismo del Pd».
D’Alema dice che solo il No spazzerà via il Partito della Nazione… «A quello hanno già pensato gli elettori nelle urne, oggi l’urgenza è un progetto alternativo che si costruisce solo con un centrosinistra largo e civico. L’errore del renzismo è dividere, ma il mito dell’uomo solo è sempre fallito».
Una parte della minoranza dem è già schierata per il No. E lei?
«Ho chiesto il pluralismo al Pd e lo difendo anche dentro le minoranze. Poi deciderò anch’io, scegliendo come bussola ciò che può unire di più la sinistra. Fino a quel momento la mia parola sarà ponte, ascolto. Perchè senza la sinistra il Pd semplicemente non è».