martedì 13 settembre 2016

Repubblica 13.9.16
La “bugiardosi” male cronico che affligge i coniugi Clinton
di Vittorio Zucconi

Diagnosticato in pubblico, divenuto visibile a tutti nell’orizzonte infinito del web, torna a manifestarsi il male cronico che affligge la famiglia Clinton: la bugiardosi.
Adorabile bugiardone lui, quello che «non aveva mai avuto relazioni sessuali con quella donna», e per questo, non per l’atto impuro, fu
impeached, meno simpatica lei che mente con aria magistrale e sussiegosa, l’invincibile virus della quasi verità affligge la coppia politicamente più famosa d’America con crisi acute periodiche.
La “allergia” alla quale Hillary aveva attributo l’accesso di incontenbile tosse secca era un ben più seria polmonite, come lei sapeva e che la signora ha tenuto nascosta fino al collasso tra le braccia degli agenti del Servizio segreto, domenica 11 settembre, sotto l’occhio dell’immancabile telefonino.
Non c’è naturalmente personaggio politico nella storia dell’umanità che non abbia mentito, come il cinico Winston Churchill ricordava avvertendo che la verità è talmente preziosa da dover essere sempre nascosta dietro una bugia, ma i Clinton, nell’edizione maschile così come in quella femminile, hanno sempre dimostrato uno speciale talento per massaggiare la verità fino a renderla irriconoscibile.
Senza arrivare allo storico «Non sono un disonesto» del disonesto Nixon, oppure al Reagan che si scusava sostenendo di non ricordare, l’orrendo pasticcio delle email di Hillary con segreti di stato inviate «a sua insaputa» tramite server privati la sta perseguitando, arrivando quasi alle soglie dell’incriminazione per falsa testimonianza. Accusa della quale dovette rispondere, senza conseguenze, davanti al Gran giurì come First Lady in una delle tante indagini sul consorte.
Lei, come il marito dal quale ha appreso e assorbito, ma senza perfezionarla, l’arte della semi verità, vola tuttavia leggera sopra le nubi delle bugie, essendo stati i Clinton finora sempre immuni dalle conseguenze. Neppure la brutale definizione che di lei ha dato Donald Trump, “ Crooked Hillary”, Hillary la disonesta, le si era mai davvero appiccicata addosso.
Le accuse, dalle più formali come quelle nel processo contro il marito, alle più grottesche, come quella di avere fatto uccidere un suo favorito alla Casa Bianca, l’avvocato Vince Foster, simulando un suicidio, sono sempre scivolate sulla schiena del duo “ Billary” come acqua sul dorso di un’anatra, forse perché rapidamente lavate dall’onda di altre insinuazioni. C’è voluta una microscopica e invisibile carogna, un batterio, per scheggiare lo scudo dei Clinton e rivelare quella tendenza a mentire nella quale la coppia irresistibile indulge con successo da quando apparve sulla scena nazionale quasi 30 anni or sono.
Se anche questa volta ne uscirà, come speriamo, risanata fisicamente e non pagherà conseguenze elettorali nonostante la diffidenza consolidata verso la sua sincerità di due americani su tre, non sarà perché improvvisamente e definitivamente guarita dalla bugiardosi, malattia autoimmunitaria e degenerativa. Sarà perché, secondo un’altra delle immutabili leggi della politica, il suo avversario è ancora più bugiardo di lei.