lunedì 12 settembre 2016

Repubblica 12.9.16
Dal Re Sole a Kennedy e Clinton il corpo dei politici senza privacy
L’“ispezione” è un rituale che negli Stati Uniti non risparmia neanche i candidati in corsa per la Casa Bianca
Il presidente deve avere ormai una cartella clinica senza alcun privilegio di riservatezza medico-paziente
di Vittorio Zucconi

NON lontana dalla “Levée du Roi”, la cerimonia che accompagnava il risveglio del Re Sole e l’ispezione delle sue funzioni essenziali da parte dei medici di corte a Versailles, l’ attenzione per la salute dei futuri sovrani americani sta toccando, dopo il malore di Hillary Clinton ieri a Manhattan, livelli spasmodici. L’apparato della campagna di Donald Trump, da settimane furiosamente attento a ogni foruncolo sull’epidermide della candidata democratica, ha già scatenato una prevedibile offensiva chiedendo di conoscere le condizioni fisiche di Hillary, sospettata di polipatologie assortite, da carcinomi della lingua a deficit dell’ambulazione post traumatici fino al generale rimbambimento.
Trascurando il dettaglio della salute del Donald, sulla quale abbiamo soltanto la parola di un gastroenterologo personale non più gastroenterologo scritta in fretta mentre l’autista di Trump aspettava fuori dallo studio, le condizioni fisiche, le cartelle cliniche, le analisi mediche di un Capo dello Stato americano sono ormai, da mezzo secolo, parte essenziale della valutazione della sua “fitness” non solo politica, della sua condizione psicofisica per governare.
Non proprio assoluto, come i re Borboni, ma dotato di spaventosi poteri primo fra tutti quelli contenuti nel “biscotto”,il tesserino che sempre porta con sè e contiene i codici per i lanci nucleari, il Presidente deve essere ormai una cartella clinica senza privacy nè privilegi di riservatezza medico-paziente.
Il tempo in cui un uomo senza più l’uso delle gambe stroncate dalla polio come Franklyn Roosevelt potè per dodici anni nascondere la propria infermità o nei quali un paziente afflitto da una grave malattia alle ghiandole surrenali, il morbo di Addison, come John F.Kennedy mimetizzò il male come un qualsiasi mal di schiena, è finito. Già con Reagan, operato di tumore all’intestino, il pubblico conobbe tutti i dettagli, compresa la lunghezza del tratto che gli era stato asportato, anche se la gravità della ferita causata dall’attentatore Hinkley fu edulcorata.
Il check up annuale, che il Presidente affronta nell’Ospedale della Marina, offre valori di colesterolemia, glicemia, uricemia e liste di altri dati ematici annunciati al popolo, appunto come i cortigiani di Versailles potevano annunciare che tutto funzionava a dovere nelle regali condutture del Sire. Senza fortunatamente arrivare a dettagli tanto personali, di Hillary, che nel 2012 cadde in casa propria provocandosi un trauma cerebrale dovendo indossare a lungo occhialoni per non veder doppio, abbiamo esaminato il referto prodotto dalla sua dottoressa, che le dava ottimi voti per un signora ormai prossima ai 69 anni che compirà il prossimo mese. Sufficienti ma non abbastanza per calmare le voci che si rialzano a ogni sua caduta. E di sedare i dubbi che potrebbero distruggere le sue ambizioni, spalancando la corsia a Trump.
Nell’attesa di nuove, inevitabili visite mediche e dettagli e nella speranza di sapere finalmente qualche cosa di più sulla salute del settantenne Trump e sulle sue misteriose dichiarazioni dei redditi, da ieri sera l’America si è riscoperta una nazione di 310milioni di internisti, neurologi, ortopedici, oncologi, ginecologi e sciamani, curvi su di lei. Qualcuno, come l’ex presidente repubblicano della Camera Newt Gingrich, fallito candidato per la Casa Bianca e oggi accanito trumpista, ha già sciolto laprognosi ed emesso la diagnosi: «Hillary sta cadendo a pezzi».