Repubblica 11.9.16
Gianni Cuperlo, minoranza Pd
“Il Pd corregga il testo si riparta insieme dal Mattarellum”
“Spetta al premier portare i dem uniti sul Sì. Per farlo serve un cambio nel governo e nel modo di gestire il partito”
intervista di Andrea Carugati
ROMA.
Onorevole Gianni Cuperlo, il presidente Napolitano invita a mettere
mano all’Italicum, chiede al Pd di farsi protagonista di una
ricognizione a prescindere dal responso della Consulta. È la strada da
seguire?
«Chiedo di cambiare quella legge dal primo giorno,
ricordo che su questo tema non votai per l’unica volta la fiducia al mio
governo. Ora è essenziale che sia il Pd ad assumere una iniziativa
concreta in Parlamento. Ma sarebbe un errore trasmettere l’idea che si
cambia per paura che vinca il M5S».
Come dovrebbe cambiare l’Italicum?
«La
scelta più saggia sarebbe ripartire dal Mattarellum e dai collegi
uninominali, perchè dobbiamo ricostruire un rapporto di fiducia tra
elettori e rappresentanti. Si possono studiare modalità che garantiscano
un contenuto premio di maggioranza. Quello previsto dall’Italicum, come
ricorda anche Napolitano, pare smisurato e preoccupante».
Crede che il Pd potrà modificare la legge in modo unitario?
«Ascolterò
le proposte del segretario. Vorrei servissero a ridurre le distanze e
restituire civiltà al confronto. Ma vorrei anche sentire la
consapevolezza di un cambio nell’azione del governo e nel modo di
guidare un partito che rischia di rompersi».
In caso di modifica dell’Italicum ritiene che tutto il Pd, salvo alcuni casi, potrebbe sostenere il Sì al referendum?
«Chi
ha il potere ha anche il principale obbligo. Il Pd non è più un
progetto e non è ancora un partito. Dipende anche dal premier
comprenderlo e cambiare. Forse pensa di vincere ignorando questo
allarme, ma ritrovarsi tra le macerie della sinistra non sarebbe una
vittoria. Non rinuncio a un ponte tra convinzioni diverse. Poi mi
assumerò le mie responsabilità».
Il suo giudizio sulla riforma Boschi resta negativo?
«La
riforma non è il cuore né la soluzione per i problemi enormi del Paese:
la supponenza di chi se ne è occupato al governo e la cecità della
destra hanno impedito soluzioni più solide».