sabato 10 settembre 2016

Repubblica 10.9.16
Il Sud Europa sfida il rigore tedesco
Tsipras incontra i leader dei Paesi mediterranei e scatena la reazione di Schaeuble: “Niente di intelligente”
Il premier Renzi soddisfatto: “Rappresentiamo la metà della Ue e questo pesa. Anche Hollande è con noi”
L’Eurogruppo richiama Grecia, Spagna e Portogallo: rispettino gli impegni. Berlino blocca la creazione di un bilancio dell’eurozona. Se ne riparlerà dopo il voto
di Andrea Bonanni

BRATISLAVA. Finite le vacanze, ricomincia in Europa l’eterno scontro tra i falchi del rigore e le colombe della spesa. Ma questa volta è uno scontro a distanza, tra i primi ministri dell’aerea mediterranea riuniti ad Atene che chiedono un’Europa meno fiscale e più orientata alla crescita, e i ministri Ecofin riuniti a Bratislava, che esigono misure di austerità da Grecia, Spagna e Portogallo e rinviano ogni discussione sul completamento dell’Unione monetaria «per mancanza di fiducia reciproca».
In Grecia, il “ribelle” Alexis Tsipras è riuscito a spezzare l’isolamento in cui versa da più di un anno convocando una riunione dei Paesi euromediterranei (sprezzantemente definiti “Club Med” dagli altri partner europei) con Hollande, Renzi, i primi ministri di Portogallo, Malta, Cipro e un rappresentante del governo dimissionario spagnolo. L’obiettivo è creare un fronte di sensibilità comune su temi come l’immigrazione e l’allentamento della disciplina di bilancio alla vigilia del vertice informale della Ue che si terrà tra una settimana in Slovacchia.
Ma la reazione dei tedeschi, vero bersaglio dell’operazione, non si fa attendere. «Tsipras ricomincia con i suoi giochetti – tuona il capogruppo del Ppe in Parlamento europeo, Manfred Weber – che Hollande e Renzi si lascino manipolare da lui non è esattamente un segno di responsabilità». Ancora più duro e sprezzante è il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble: «Quella di Atene credevo fosse una riunione di leader di partito e non commenterò su questo. Tanto più che, quando i leader socialisti si incontrano, in genere non viene fuori nulla di molto intelligente».
Nonostante la durezza di Berlino, Matteo Renzi si è detto «molto soddisfatto» dell’incontro di Atene, che per la prima volta vede la piena adesione di Hollande al fronte del Sud. «Tutti insieme, i sei paesi, rappresentiamo più della metà dell’Ue e questo pesa. Stiamo creando movimento e in questo movimento l’Italia è centrale. Prima il vertice di Berlino, poi Ventotene, ore Atene e presto ci rivedremo con gli altri mediterranei a Lisbona. Noi ci siamo sempre». La pressione dei rigoristi non sembra preoccupare troppo il presidente del Consiglio anche per quanto riguarda i conti italiani e la manovra 2017. Il deficit, spiega, passerà dall’attuale 1,8 al 2,3 massimo 2,4% ma non oltre «per non strozzarci col debito: comunque ci sarà un incremento dello 0,5%».
Ma il clima a Bratislava, dove si sono riuniti i ministri finanziari dell’Eurogruppo e dell’Ecofin, ieri non era alla conciliazione. Proprio dall’Eurogruppo è partito un severo richiamo alla Grecia, «che è in ritardo» sulle riforme promesse per ottenere la prossima tranche del prestito europeo. Ma anche a Spagna e Portogallo, che solo mantenendo gli impegni di rigore assunti potranno evitare il congelamento dei fondi europei, reso inevitabile per lo sforamento del Patto di Stabilità.
La Germania, che ormai è entrata in pre-campagna elettorale, con la Merkel in difficoltà non può mostrare cedimenti. E così il dibattito sul completamento dell’Unione monetaria con la creazione di un bilancio dell’eurozona, che i tedeschi avevano cercato inutilmente di evitare, è stato di fatto bloccato dal «nein» di Berlino. Prima di qualsiasi ulteriore passo avanti, dicono, bisogna ricostituire la fiducia sul pieno rispetto delle regole comuni sui conti pubblici. Se ne riparlerà tra un anno, dopo le elezioni tedesche. E intanto la Commissione presenterà l’ennesimo Libro bianco a primavera.