Il Sole 10.9.16
Grecia. Ancora nel limbo dopo sette anni di crisi
Visto
da Atene. Il governo chiamato ad approvare altre 15 impopolari riforme
con una maggioranza di 3 parlamentari mentre i sondaggi vedono Syriza
sorpassata da Nea Dimokratia e i rendimenti dei bond all’8%
di Vittorio Da Rold
La
Grecia è nel limbo e il premier Alexis Tsipras è sempre più in
difficoltà. Dopo una prima tranche di 7,5 miliardi di euro versata in
giugno dalla troika, Atene è in attesa, di altri 2,8 miliardi relativi
al terzo piano di aiuti di 86 miliardi necessari per pagare i debiti
pregressi, stipendi pubblici e pensioni. L'esecutivo di Syriza è in
affanno: deve far approvare 15 “azioni prioritarie” tra cui la
liberalizzazione del settore energetico, l’indipendenza della Agenzie
delle entrate e nuove privatizzazioni, passi delicati per un governo di
sinistra e con una maggioranza risicata di soli tre parlamentari. Molti
nel partito sono contrari ai provvedimenti, ma i tentativi
dell'esecutivo di allargare la maggioranza al centro sono andati a vuoto
per il rifiuto dei socialisti del Pasok. Un sondaggio dell’Università
di Salonicco è impietoso e parla di una calo al 17,5% rispetto al 35,5%
delle ultime elezioni per Syriza, il partito del premier, contro il
25,5% di Nea Dimokratia, il maggior partito di opposizione guidato dal
conservatore Kyriakos Mitsotakis, 47 anni, figlio di un ex premier.
Tsipras
ha chiesto ai partner Ue un taglio del debito, che viaggia al 180% del
Pil, per far ripartire l’economia, ma i tedeschi si oppongono e hanno
ottenuto che se ne parlerà solo nel 2018, dopo le elezioni in Germania.
Nel frattempo Atene quest’anno andrà in recessione (-0,3%), con una
disoccupazione del 25% e i prezzi al consumo sotto zero (-0,3%). A
tenere a galla il Paese è il turismo che quest'anno è stato favorito dal
tentato colpo di stato in Turchia e dall’instabilità nell'Africa del
Nord.
Vassilis Primikiris, della direzione centrale di Unità
Popolare, i transfughi radicali di Syriza, parla di forte difficoltà
della classe media a pagare l’aumento delle imposte, dei contributi
previdenziali e in particolare l’Enfia, l’odiata tassa sugli immobili,
prima casa compresa.«Anche i 240 milioni incassati dalla messa all’asta
delle licenze tv saranno destinati a pagare i creditori e non ad aiutare
chi non ce la fa ad arrivare a fine mese», spiega per sottolineare la
contraddizione del circolo vizioso in cui vive il Paese che deve pagare
il debito prima di aiutare i cittadini.
I bond decennali greci,
esclusi dal piano di acquisti della Bce, viaggiano a un rendimento
stellare, pari all’8,2% per i decennali, quasi il doppio dei portoghesi,
al 3% per non parlare dei rendimenti negativi dei tedeschi e olandesi.
Anche i bond ciprioti, anch’essi esclusi dal Qe della Bce, hanno un
rendimento a meno della metà di quelli greci. «La revisione è stata
completata, ma Atene è già in affanno con le 15 misure relative al
pagamento della sub-tranche», dice Wolfango Piccoli, analista di Teneo
Intel. «Nel frattempo, le prospettive per la partecipazione al Qe della
Grecia e la riduzione del debito - due catalizzatori positivi – si fanno
sempre più remoti con il passare del tempo».
«Le cose stanno
cominciando a peggiorare di nuovo per Atene - spiega Gabriel Sterne,
responsabile della ricerca macro a Oxford Economics -. I fondi sono in
attesa di vedere quando andrà fuori strada e dietro questa attesa si
spiega il rendimento dell’8%». Con questi rendimenti l’accesso al
mercato è precluso e l’austerità soffoca la ripresa in attesa che la Bce
apra un paracadute per i bond greci.
Quanto alle banche sono alle
prese con la montagna dei 116 miliardi di Npl, le sofferenze pari a più
della metà del Pil greco che nel frattempo, nei sette anni di crisi, si
è ridotto del 25 per cento. «La sfida oggi per le banche greche non è
di adeguare il capitale, ma una forte volontà di utilizzare riserve e
collaterali per ripulire il portafogli degli Npl», ha dichiarato il
presidente di Eurobank, Nick Karamouzis. Anche sulle privatizzazioni si
segnalano i consueti ritardi. Dopo i cinesi, che hanno preso il Porto
del Pireo, c'è un risveglio degli italiani: le Ferrovie dello Stato
italiane hanno acquisito recentemente la Trainose, la società che
gestisce il trasporto su rotaia in Grecia per 45 milioni di euro
nell'ambito di un programma di espansione all'estero. Anche la Snam
potrebbe rilevare una quota di minoranza del 17% della Desfa, la società
che gestisce la rete di distribuzione del gas in Grecia da Socar, la
compagnia petrolifera statale dell'Azerbaijan che deve cedere una quota
su richiesta delle autorità Ue della concorrenza e la Terna è
interessata all'acquisizione del 24% della società di distribuzione
delle rete elettrica ellenica Admie. Germogli di rinnovata intesa tra
paesi mediterranei.