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17.9.16
Giornalisti,
premiarne uno per educarne cento
I
giornalisti non sono estranei alla rete che intreccia gli interessi di
aziende farmaceutiche con quelli di università, enti di ricerca,
società scientifiche,associazioni di pazienti, consumatori e di
volontariato. Per quanto sia meritevole il proprio obiettivo, ci sono
sempre meno fondi pubblici a disposizione per realizzarlo, per cui ci
si rivolge alle aziende. Anche chi scrive, per esempio, nell’ultimo
anno ha avuto rapporti con Abbvie, GSK, Rochee Genextra. Per la crisi
dell’editoria non solo i freelance, ma anche le grandi testate,
riescono a produrre informazione indipendente con sempre maggiore
difficoltà. I ruoli di giornalista e addetto stampa troppo spesso si
confondono e sovrappongono tra loro. Le cose si fanno poi ancora più
complesse quando si sconfina nel campo milionario della formazione
continua in medicina. Ma lo strumento più efficace e attuale di
marketing verso i giornalisti sono i concorsi: basta promettere di
premiare il miglior articolo tra quelli che nei prossimi sei mesi
tratteranno di un tema, e ci sarà la corsa a parlarne su tutti
giornali. Il risultato? Pagarne uno, per ottenerne cento.