domenica 18 settembre 2016

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Giornalisti, premiarne uno per educarne cento

I giornalisti non sono estranei alla rete che intreccia gli interessi di aziende farmaceutiche con quelli di università, enti di ricerca, società scientifiche,associazioni di pazienti, consumatori e di volontariato. Per quanto sia meritevole il proprio obiettivo, ci sono sempre meno fondi pubblici a disposizione per realizzarlo, per cui ci si rivolge alle aziende. Anche chi scrive, per esempio, nell’ultimo anno ha avuto rapporti con Abbvie, GSK, Rochee Genextra. Per la crisi dell’editoria non solo i freelance, ma anche le grandi testate, riescono a produrre informazione indipendente con sempre maggiore difficoltà. I ruoli di giornalista e addetto stampa troppo spesso si confondono e sovrappongono tra loro. Le cose si fanno poi ancora più complesse quando si sconfina nel campo milionario della formazione continua in medicina. Ma lo strumento più efficace e attuale di marketing verso i giornalisti sono i concorsi: basta promettere di premiare il miglior articolo tra quelli che nei prossimi sei mesi tratteranno di un tema, e ci sarà la corsa a parlarne su tutti giornali. Il risultato? Pagarne uno, per ottenerne cento.