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99 25.09.2016
IMMIGRAZIONE
Zizek
alla sinistra: abbiamo
un problema
Sinistra,
abbiamo un problema! Quello dei migranti. Banalizzando:
o li accogliamo o li rispediamo
tutti
indietro. Ma se li accogliamo, noi occidentali siamo
pronti? la cultura di provenienza di
questi
popoli è compatibile con la nostra? infine: la
così detta integrazione è un processo che riguarda solo
loro e non noi?
A
questi temi si dedica il filosofo Slavoj Zizek, cheha
pubblicato quest’annoil saggio Against the
Double
Blackmail. Refugees, Terror and Other Troubles
with the Neighbours (“Contro il doppio
ricatto.
Rifugiati, terrore e altri problemi con i vicini”).
E
il problema ci riguarda tutti da vicino.
La
sua tesi, in fondo, è semplice: l’Europa non deve
né spalancare i suoi confini né alzare il ponte
levatoio.
Quello che serve per Zizek è una politica di
solidarietà con il mondo degli oppressi. Ma prima è necessario
sfatare un tabù della sinistra liberale europea:
bisogna riconoscere che dire alla
gente
di entrare in empatia con gli sconosciuti è inutile.
Non solo: si può dire che i valori dell’Euro -
pa
occidentale sono superiori; che cercare di proteggere il
proprio modo di vita non è razzista o fascista; infine
bisogna smettere di etichettare qualsiasi critica
all’Islam come “islamofobia”.
Zizek
è preoccupato dall’ondata migratoria, ovviamente,
ma lo preoccupa ancor di più la cultura
chea
questoriguardo circolanella sinistra.In questo
libro riflette sulla distanza siderale che esiste
tra
le cultura di centinaia di miglia di migranti in
arrivo dall’Africa e il nostro mondo. Lo preoccupano le
tensioni nel mondo del lavoro provocate dall’arrivo
di queste persone in società dove di lavoro
se ne produce poco e forse, in futuro, se ne produrrà
ancora meno. Lo preoccupa l’associa -
zione
tra alcune minoranze di queste masse di migranti e
il terrorismo. E soprattutto lo preoccupano
i
tabù radicati nella cultura della sinistra che portano
a negare i problemi posti dalla convivenza
di
culture differenti in nome di un solidarismo umanitario
secondo cui «basta parlare con loro
per
capire che siamo la stessa gente». Non è vero, non
siamo affatto la stessa gente. Siamo diversi, e
negare questa
diversità porterà soltanto problemi maggiori.
Ecco il doppio ricatto ideologico, stretto
fra
un populismo di destra con rigurgiti fascisti e una
retorica buonista di sinistra arroccata sui suoi
tabù.
In questo senso la crisi dei rifugiati è un’opportunità
per l’Europa di ridefinire se stessa, sollevando domande
a volte spiacevoli e difficili.