La Stampa 8.9.16
Sotto il palco una parola d’ordine: “È un complotto contro di noi”
I militanti assolvono i vertici e accusano i giornali
di Amedeo La Mattina
«Papponi,
siete dei papponi», gridano in piazza Cesare Battisti contro i
giornalisti. Grillo, Di Battista, Di Maio e Fico sono andati via
lasciandosi dietro una scia di persone convinte del complotto ordito ai
danni dei 5 Stelle: la purezza del movimento è salva e la Raggi rimane
la loro eroina assediata da un mondo di cattivi. Ma quando si riesce a
parlare con tranquillità, quando il grido «siete tutti corrotti,
venduti, perché non fate le pulci pure a Renzi», tra i militanti che
rimangono a chiacchierare vengono fuori tante sfumature. In particolare
viene fuori che Di Maio ha dovuto fare mea culpa, non ha fatto una bella
figura, mentre Di Battista è proprio «un fico».
«È il più bravo -
dice Sandra, sotto un ombrellino fucsia con un’amica che non ha votato
M5S - e non solo perché è quello che sa parlare meglio, trascina la
piazza. Si è inventato il tour contro il referendum, ha girato tutta
l’Italia, ha ascoltato le persone. E si vede che conosce i problemi
della gente, che li vive in prima persona. Di Maio è più istituzionale e
ha ammesso di avere sbagliato: ha perso terreno rispetto a Dibba». Si
avvicina Marco con la maglietta bianca e il simbolo del Movimento 5
stelle stampato sul cuore. Ha finito di litigare con un giornalista
della «Gabbia». Ora consiglia Sandra di non parlare con «questi
inquinatori dell’informazione, che pensano solo a infangare il
Movimento». Se gli chiedi chi gli è sembrato più convincente tra Di Maio
e Di Battista, Marco ripete il mantra che «uno vale uno». Un mantra che
sembra ormai vecchio per giustificare le convulsioni, i pasticci e gli
errori commessi a Roma.
Altro capannello, toni più da gente
comune. Maurizio è un insegnante. Lavora a Roma e vive a Nettuno.
Qualche dubbio ce l’ha. Dice: «Raggi doveva fare scintille, non
sbagliare un colpo. Invece le prime mosse non sono sembrate granché». Di
Maio? «Ha ammesso di avere sottovalutato la questione dell’assessore
Muraro e io credo alla sua buona fede. In effetti non ci ha fatto una
bella figura». Di Battista? «Eeeeeh, Dibba è proprio un paraculo. Da
questa vicenda, con il suo scooter in giro per l’Italia, ne è uscito
alla grande. Sta crescendo come leader. Di Maio infatti stasera era
sottotono». Si avvicina un amico, Stefano: cerca di tirarsi via
Maurizio. «Maurì, andiamoci a magna’ una pizza. Gliela posso dire una
cosa? - dice rivolgendosi al cronista -. State cercando di mettere Di
Maio contro Di Battista, ma nun ce provate. Tutto il direttorio con
Beppe (Grillo, ndr) in testa è venuto qui e ci ha messo la faccia. Certo
Dibba è più bravo a parlare, Luigi (Di Maio, ndr) è più compassato, ha
un profilo istituzionale, ma è lui il nostro futuro candidato premier.
Poi, si vedrà». Un dubbio ce l’ha pure Stefano.