martedì 6 settembre 2016

La Stampa 6-9.16
Lo Stato vuole assumere
Si parte con tremila medici
A gennaio regole sui concorsi. L’ipotesi di un fondo per gli esuberi dei bancari
di Paolo Baroni

Sarà che nel campo della sanità l’emergenza è vera, che mancano migliaia di medici ed infermieri. Sarà che, nonostante gli sforzi delle Asl, se non riusciremo ad applicare la direttiva europea sui nuovi tetti d’orario degli ospedali rischiamo d’essere sanzionati. Sta di fatto che nella sanità si tornerà presto ad assumere. I piani del ministro della Salute Beatrice Lorenzin prevedono infatti esplicitamente il superamento del blocco del turn over. «Le priorità per il 2017 sono gli investimenti sul personale sanitario: dobbiamo realizzare un meccanismo che ci permetta in 2-3 anni di stabilizzare i precari della salute, di sbloccare gran parte del turnover e far tornare il sistema sanitario nazionale normale nella sua fase di programmazione dell’accesso dei giovani medici alla professione» ha spiegato nei giorni scorsi.
Tremila assunzioni
Secondo i primi conteggi il piano di assunzioni dovrebbe prevedere l’entrata in servizio di circa 3 mila nuovi medici. Già la legge di Stabilità per il 2016, per tamponare la situazione, aveva previsto un primo sblocco concedendo assunzioni con contratti a termine per coprire i primi dieci mesi dell’anno. Ora si passa alla fase due: entro il 30 settembre le Regioni dovranno completare il monitoraggio dei fabbisogni reali, che secondo i sindacati rischia di fornire numeri ben superiori alle stime iniziali, e quindi trasmettere tutti i dati al ministero. In maniera tale da prevedere i finanziamenti necessari nella nuova legge di Stabilità. Per quanto riguarda le risorse, posto che il costo di 3 mila nuovi medici vale circa 4-500 milioni, non si parte da zero. Lorenzin punta molto sulla trattativa in corso con le Regioni che punta ad aumentare di 2 miliardi la dotazione del fondo sanitario e sui risparmi che si sono ottenuti nel frattempo grazie all’introduzione del Patto per la salute e all’avvio delle centrali d’acquisto unificate. «Da queste misure arrivano risparmi che devono essere investiti nel sistema sanitario nazionale» insiste.
Le nuove regole
E Madia? Il ministro della P.ubblica amministrazione si prepara a dettare le nuove regole per le assunzioni. Le novità saranno contenute nel suo testo unico sulla P.a., che dovrebbe vedere la luce a inizio anno. Esclusa la cancellazione tout court dei tetti che via via si son o fatti più rigidi, è previsto che le nuove assunzioni non vengano più decise in base alle vecchie piante organiche ma solo per rispondere a fabbisogni reali delle amministrazioni o per affrontare problemi contingenti (come è avvenuto mesi fa con le maestre precarie di Roma ad esempio). Con la stessa norma cambierà anche la struttura dei concorsi pubblici, che potranno essere sia nazionali, i famigerati «concorsoni», che locali, avranno cadenza biennale e prevederanno tempi ridotti per le procedure (massimo 5-6 mesi).
«Il tema dello sblocco esiste, è sul tavolo», conferma il segretario della Funzione pubblica della Cgil, Serena Sorrentino. «Ma per ora sia la forma che i contenuti della proposta del governo restano indefiniti - spiega -. Noi come sindacati chiediamo che il governo ci presenti un pacchetto di misure. Che in termini di risorse tenga separato il rinnovo del contratto dallo sblocco del turn over, preveda un giusto equilibrio tra stabilizzazione dei precari e assunzione di nuove professionalità e incentivi alle fuoriuscite».
Esuberi dei bancari
Per sostenere le banche che avessero la necessità di ridurre il personale il governo sta poi valutando l’opportunità di rendere disponibili fondi ad hoc «liberando» le risorse che le banche versano per gli ammortizzatori sociali. Gli istituti finanziano la Naspi per i lavoratori, pagando a fondo perduto 200 milioni di euro l’anno allo Stato, senza però usufruire del meccanismo visto che il settore bancario ha un suo Fondo esuberi che entra in campo per coprire le uscite anticipate.