La Stampa 30.9.16
Così la Casaleggio seleziona gli assessori della Raggi
Per le Partecipate spunta il nome di Colomban, vicino a Gianroberto
Il Campidoglio vota il no alle Olimpiadi. Caso Muraro, indagato Fiscon
di Ilario Lombardo
Virginia
Raggi non è stata lasciata sola ad affrontare la sempre più complicata
ricerca degli assessori che da un mese devono completare la sua giunta.
Secondo le ricostruzioni delle ultime ore, basate su due fonti diverse
ascoltate dalla
Stampa, la sindaca di Roma sta condividendo la
selezione dei nomi con la Casaleggio Associati. Almeno due persone
contattate dal Campidoglio come potenziali assessori al Bilancio hanno
riferito di aver ricevuto durante i colloqui, assieme a infinite
raccomandazioni sulla necessità di non parlare con i giornali, la
seguente risposta: «Il suo profilo dovrà essere valutato anche a
Milano». Milano, per chi è ormai è avvezzo al M5S, vuol dire Casaleggio
Associati.
Appena cinque giorni fa a chi le chiedeva delle nomine,
Virginia Raggi rispondeva così: «Li scelgo con i miei consiglieri, a
Roma». Una dichiarazione di autonomia rilasciata all’uscita dell’Hotel
Posta di Palermo, dove si era intrattenuta tutta la mattina per una
riunione con Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Uno è il capo politico,
l’altro è sulla carta il titolare dell’azienda che si dovrebbe occupare
dei sistemi operativi del Movimento. Ma di fatto ha assunto il ruolo di
stratega mediatico. Con loro Raggi ha parlato anche delle numerose
difficoltà nel trovare le figure chiave per la macchina del Campidoglio:
due assessori, al Bilancio e alle Partecipate, il capo di gabinetto,
l’amministratore unico di Ama e il dg di Atac. Da trenta giorni le sedie
sono vacanti.
Com’è noto, nell’affannato scouting di queste
settimane, Raggi si era già rivolta al suo ex datore di lavoro,
l’avvocato Pieremilio Sammarco, ex socio dello studio Previti, dal quale
aveva ricevuto il suggerimento di puntare su Raffaele De Dominicis.
Poi, le cose si sono complicate. Salvatore Tutino, altro consigliere
della Corte, si è sfilato perché finito nel tritacarne della guerra
interna al M5S nazionale e locale. Un pasticcio che ha spinto alla
decisione di valutare assieme alla Casaleggio e a Grillo i curricula, in
modo da selezionare un profilo inattaccabile innanzitutto per le
logiche del M5S. E infatti, per le Partecipate ora spunta come probabile
titolare Massimo Colomban, imprenditore veneto vicino a Gianroberto
Casaleggio a capo della Confapri, associazione che ha usufruito del
fondo per le Pmi dei parlamentari grillini e considerata a tutti gli
effetti la prima lobby grillina.
Lo screening condiviso avrebbe
però causato ulteriori ritardi, proprio quelli che hanno convinto Tutino
a lasciar perdere. Per esempio, tra i nomi in lizza da settimane, è
stato riesaminato Ugo Marchetti, ex comandante generale della Guardia di
Finanza, che però avrebbe come unico neo di essere stato designato da
Alfio Marchini per la sua giunta se avesse vinto le elezioni a Roma.
Stesso discorso per Nino Galloni, economista vicino alle posizioni
anti-euro del Movimento ma dichiaratamente favorevole alle Olimpiadi.
Mentre gran parte dei candidati è ancora sulle spine, in alcuni casi
senza una telefonata dal Campidoglio da dieci giorni, Raggi si è vista
rimbalzare l’offerta da un funzionario scartato inizialmente e poi
ricontattato. L’attenzione, comunque, è ancora concentrata sulla Corte
dei Conti, dal quale spuntano altri due nomi in pole: quelli della
procuratrice Donata Cabras e del consigliere Tommaso Viciglione.
Raggi,
però, ha anche altri due problemi da risolvere. La Procura di Roma ha
indagato Giovanni Fiscon, ex dg di Ama ai tempi di Gianni Alemanno, già
imputato in Mafia Capitale. Il reato è abuso d’ufficio, in merito alle
consulenze affidate alla futura assessora grillina Paola Muraro, a sua
volta indagata per abuso d’ufficio e illeciti ambientali. La gioia per
la mozione passata ieri in consiglio che ha formalizzato il no alle
Olimpiadi potrebbe durare poco ed è stata già oscurata dall’annuncio del
Ragioniere generale del Comune, Stefano Fermante, e dal suo vice,
Marcello Corselli, pronti a rimettere le deleghe. L’ultimo sfogo di
Fermante è stato via sms con Alfonso Sabella, magistrato ed ex assessore
di Ignazio Marino: «Ho provato a ragionarci ma con questi è
impossibile».