La Stampa 30.9.16
Albanesi e marocchini arrivati 10 anni fa
Ecco chi sono i nuovi cittadini italiani
Negli ultimi 5 anni è boom di non comunitari che ottengono il passaporto
di Gabriele Martini
Hamid,
figlio di marocchini, fresco maggiorenne, sogna di diventare biologo.
Mariela invece di anni ne ha 43 e il suo futuro lo immagina a Milano, la
città che l’ha accolta quando nel 2003 lasciò l’Ucraina. Sono loro i
nuovi italiani. Negli ultimi 5 anni è più che triplicato il numero di
persone non comunitarie che ottengono la cittadinanza: dai 50 mila del
2011, si è passati a quasi 159 mila del 2015. Si tratta soprattutto di
albanesi (35.134) e marocchini (32.448), che insieme rappresentano oltre
il 42% del totale.
Al 1° gennaio 2016 erano 3 milioni e 931 mila i
cittadini non comunitari con un regolare permesso di soggiorno in
Italia, numero stabile rispetto all’anno precedente. La principale
novità della fotografia annuale dell’Istat è invece la progressiva
acquisizione della cittadinanza per alcune comunità «storiche». Perché a
fronte di decine di migliaia di migranti sbarcati negli ultimi mesi con
la speranza di raggiungere il Nord Europa, ce ne sono altrettanti –
arrivati nel primo decennio degli Anni Duemila – che si stabilizzano.
Lavorano, pagano le tasse, si sposano, fanno figli. E dopo 10 anni, come
prevede la legge, diventano cittadini italiani.
Tra il 2014 e il
2015 è diminuita la fetta degli stranieri che ottengono la cittadinanza
per matrimonio, dal 14% al 9%. Per le donne si è passati dal 25% al 16%.
Il 42% dei nuovi connazionali ha meno di 20 anni. Coloro che
acquisiscono la cittadinanza per trasmissione dai genitori e coloro che,
nati nel nostro Paese al compimento del 18° anno di età, scelgono di
diventare italiani sono passati da circa 10 mila del 2011 a oltre 66
mila dello scorso anno.
La presenza non comunitaria risulta sempre
più stabile. I soggiornanti di lungo periodo rappresentano il 59,5% del
totale. I processi di stabilizzazione e i nuovi flussi stanno infatti
cambiando volto all’immigrazione. In generale, diminuisce il numero di
nuovi permessi di soggiorno concessi a cittadini non comunitari. Durante
il 2015 ne sono stati rilasciati 238.936, il 3,9% in meno rispetto al
2014. La flessione riguarda in particolare gli ingressi per motivi di
lavoro, scesi del 62% (35 mila in meno); e se nel 2014 rappresentavano
il 23% dei nuovi ingressi, nel 2015 sono scesi al 9%. Di fatto, i
decreti flussi del Viminale hanno imposto una stretta. Ma questa
diminuzione va imputata anche alle acquisizioni di cittadinanza.
Significa che sempre più spesso marocchini, albanesi, romeni, ucraini e
moldavi diventano italiani ed escono quindi dal conteggio dei permessi
di soggiorno.
Al Nord si conferma la maggiore presenza di
cittadini non comunitari con il picco del 36,6% al Nord-Ovest, il 26,8%
nel Nord-Est e il 23,5% al Centro. Solo il 13,2% ha un permesso
rilasciato o rinnovato al Sud. Le regioni con il tasso più alto sono
Lombardia (26,3%), Emilia-Romagna (11,7%) e Veneto (11%). Un quinto
degli immigrati vive tra Milano (12,1%) e Roma (8,7%). Le donne
rappresentano il 48,7% delle presenze non comunitarie ma, per la prima
volta, nel 2016 si registra una flessione (6.742 permessi in meno
rispetto al 2015) in gran parte dovuta al calo dei nuovi ingressi. La
componente femminile è molto variabile a seconda delle nazionalità
considerate: prevalente per Ucraina (79,2%) e Moldova (66,9%), in netta
minoranza per Bangladesh (28,4%), Pakistan (30,4%) ed Egitto (30,7%).
Nel
2015 prosegue l’aumento dei flussi provenienti dalla Nigeria, che
crescono di quasi 6 mila unità (+53,5%) portando il paese africano alla
seconda posizione della graduatoria dei nuovi ingressi, poco più in
basso del Marocco che resta in testa alla classifica nonostante i flussi
siano in diminuzione (-15,2%). Calano anche gli ingressi dalla Cina
(-12%), superata dall’Albania, che registra invece un aumento dell’8% di
nuovi permessi sul 2014. A ridosso delle prime quattro cittadinanze si
colloca il blocco del subcontinente indiano, che alimenta ormai con
continuità da diversi anni i flussi in ingresso: nel 2015 il 15% dei
nuovi migranti con regolare permesso di soggiorno proviene da
Bangladesh, Pakistan e India.