il manifesto 30.9.16
Alla lotteria delle cattedre nel caos della «Buona Scuola»
La
"supplentite non è finita. Tra i docenti precari a Roma in attesa della
chiamata davanti alle scuole e negli uffici del provveditorato. La
protesta dei genitori a Milano contro gli orari ridotti e carenze di
organico
di Maurizio Franco
«Oggi, forse, mi
danno una supplenza fino al 30 giugno. Insegno nella scuola primaria da
anni, sono abilitata, diplomata magistrale, ma ancora precaria. Ho
un’ansia tremenda». Ad aspettare il suono della campanella, ai cancelli
dell’istituto comprensivo Luigi Settembrini di Roma ci sono quaranta
persone. «Ero in seconda fascia delle graduatorie d’istituto, ho vinto
un ricorso per l’immissione nelle graduatorie ad esaurimento. Sono
entrata con la riserva e a zero punti, ne avevo 84». I docenti si
accalcano poi all’entrata, sgomitavano in aula, mentre qualcuno
scribacchia su un taccuino, segnandosi i posti disponibili, le cattedre
vacanti rimaste nelle scuole di tutta la provincia. «Adesso vi
chiameremo uno per uno, in ordine alfabetico, firmerete un contratto,
indicando la vostra preferenza. Non vi preoccupate per la sede, ci sono
abbastanza posti per tutti!» viene detto da un microfono, una cassa
accatastata su un tavolo e la voce elettrica.
A un anno
dall’entrata in vigore della 107, la legge «Buona Scuola», gli
insegnanti precari sono ancora in attesa che qualcuno li chiami. La
riforma doveva svuotare le graduatorie, assumere e smistare 150mila
precari con un colpo di spugna, «semplificare» e «burocratizzare»
l’istruzione italiana, con deleghe in bianco e decreti legge.
Il
«concorsone» che avrebbe dovuto ridurre le ultime schiere del precariato
con un contratto a tempo indeterminato ha invece aggravato la
situazione. Le 63.712 assunzioni previste dal governo Renzi avverranno,
spalmate in più anni. Il sito Tuttoscuola ha ipotizzato un buco (il
danno) di 20mila posti e un eccesso di candidati vincitori in alcune
classi di concorso (la beffa).
A via Luigi Pianciani, negli uffici
scolastici regionali della Capitale, il caos è di casa. Ci sono i
docenti di seconda fascia, gli abilitati Tfa, quelli che hanno vinto il
concorso del ’99 che aspettano, in fila quelli che invece hanno passato
il concorso del 2012, gli idonei dell’ultimo concorsone, i bocciati
dell’ultimo concorsone, chi ha fatto ricorso con le sentenze, le riserve
cautelari e le ottemperanze da notificare al Miur, agli uffici
scolastici regionali.
«Ci devono assumere, il Tar lo dice
esplicitamente». Ci sono i precari intrappolati nelle Graduatorie ad
esaurimento (GaE), c’è chi attende la chiamata diretta del «preside
manager», scartabellando il proprio curriculum. «E i 36 mesi? Il governo
Renzi ha ribaltato la sentenza della Corte Europea. I precari con più
di trentasei mesi di servizio rischiano di essere espulsi dal mondo
della scuola con un piccolo risarcimento» sostiene Giovanna del
coordinamento precari della scuola di Roma.
C’è chi è stato
costretto ad andare in altre città, chi è tornato nella propria terra,.
Un movimento che ha scombussolato le certezze del governo sulle
assunzioni. «Indire un concorso in concomitanza con la mobilità
straordinaria di migliaia di insegnanti? Il posto c’era e il posto non
c’è più».
A due settimane dall’inizio dell’anno scolastico in vari
capoluoghi le assegnazioni provvisorie devono essere ancora comunicate.
A Cagliari e Genova, sostiene l’Anief, le chiamate sono ferme alla
scuola dell’infanzia e primaria. Solo ieri, a Roma, gli uffici hanno
iniziato a lavorare sulle secondarie. «Il ministero ha fatto i conti
senza l’oste – continua Giovanna – mettendo a bando migliaia di posti,
senza fare i conti stavolta con i numeri». E gli alunni? Fanno alcune
ore di lezioni e il resto del tempo li passano con i docenti che il Miur
definisce «potenziatori» e nel mondo della scuola sono stati
soprannominati «tappabuchi».
Questa situazione viene vissuta con
disagio e inquietudine dai genitori, in tutto il paese. Ieri, a Milano,
c’è stata una protesta contro orari ridotti e carenza di organico
all’istituto comprensivo di via Giacosa. «Il nuovo anno scolastico è
iniziato malissimo – hanno scritto i genitori in un comunicato – Ad oggi
una sola interclasse su 10 di primaria ha l’organico completo e mancano
più della metà degli insegnanti di sostegno. A distanza di settimane
dall’inizio dell’anno scolastico, non è ancora disponibile un orario
sicuro che permetta un minimo di organizzazione alle famiglie. Si vive
alla giornata».