La Stampa 30.9.16
“Si vince a destra”
Bersani attacca: Matteo va dove lo porta il cuore
di Amedeo La Mattina
Renzi
è a caccia dei voti decisivi della destra per vincere il referendum.
Quelli di sinistra, ha dichiarato in un’intervista al Foglio, pensa di
averli già in tasca. Una convinzione pericolosa secondo Roberto Speranza
che lo avverte sulle conseguenze di questa rincorsa a destra. «Non
vorrei - dice l’esponente della sinistra Dem - che il giorno dopo il
referendum ci ritrovassimo tutti iscritti al partito della nazione».
Bersani ha la battuta facile: «Renzi punta a destra? Uno va dove lo
porta il cuore...». In ogni caso, aggiunge Gianni Cuperlo, non è bello
che lo dica chi riveste allo stesso tempo il ruolo di segretario del Pd e
di presidente del Consiglio. «Rischiamo di svegliarci il giorno dopo il
referendum, chiunque vinca, con delle istituzioni più fragili e una
sinistra più divisa».
Eppure il timore che Renzi possa fare
breccia a destra c’è perché potrebbe servirsi delle leve del governo e
dei fondi che dispone il comitato per il sì (500 mila euro di rimborso
per le firme raccolte). Non è un caso che l’altra sera al vertice di
Milano ne abbiano discusso Berlusconi, Salvini e Meloni. Il pericolo è
che Renzi possa giocare sulle divisioni del centrodestra in assenza di
una chiara indicazione agli elettori di questa area. E infatti i tre
leader sono usciti dall’incontro con una nota congiunta per far vedere
di essere uniti e compatti su una linea di forte opposizione. Forza
Italia, Lega e Fratelli d’Italia temono che possano fare la differenza
la manovra economica, i provvedimenti sulle pensioni e tutte le «misure
clientelari» di Palazzo Chigi. Anche l’uscita sul Ponte di Messina
servirebbe a fermare la valanga di no che potrebbe arrivare dalle
regioni del Sud.
E allora occhio, dicono a destra, nonostante per
il momento tutti i sondaggi diano in vantaggio i voti contrari al
referendum. Ecco quindi l’iniziativa presa da Gaetano Quagliariello che
invita tutti i comitati per il no a concordare una strategia comune.
L’ex ministro e presidente del movimento «Idea» ha scritto una lettera
nella quale invita a «non sottovalutare le potenzialità organizzative su
cui il governo può contare e la capacità di penetrazione di un
messaggio banalizzato». Il contropiede dovrebbe svilupparsi su tre
livelli: contrastare la propaganda del ministro Boschi nei confronti
degli italiani all’estero; incontrare i corrispondenti della stampa
estera per confutare in sede internazionale «la paura di una presunta
catastrofe termonucleare sull’Italia in caso di vittoria del no»;
definire una comune strategia comunicativa sui mezzi di informazione. La
necessità di un coordinamento degli avversari di Renzi è condivisa da
diversi comitati del no. Per il momento infatti hanno risposto
all’appello di Quagliariello il comitato presieduto da Zagrebelsky,
Fitto e Forza Italia.